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Creato: Venerdì, 23 Maggio 2014 16:57
Domenica 25 maggio si vota per il Consiglio Regionale. È l’occasione per farla finita con l’incompetenza, il degrado, la corruzione.
Ricostruire la dignità e ridare credibilità alla Regione non sarà facile. Per questa impresa Sergio Chiamparino è il miglior Presidente possibile.
Ma il Presidente da solo non basta. In Consiglio Regionale c’è bisogno di persone nuove e diverse.
IGOR BONI è una di queste. Si è battuto pubblicamente con tenacia e rigore contro Cota e contro Giovine con la sua lista falsa. È onesto, competente, diretto. Si distingue dai politicanti di carriera.
Noi che da molti anni cerchiamo di costruire il Partito Democratico del Piemonte fuori da cordate di potere e ideologie lo abbiamo scelto nostro candidato nella lista del PD e vi invitiamo a votarlo.
Hanno offerto il loro sostegno: Roberto Giachetti, Magda Negri, Valentino Castellani, Beppe Garesio, Enrico Morando, Franco Ferrara, Silvio Viale.
www.igorboni.it
FIRMATARI: Sara Levi Sacerdotti, Francesco Lupo, Massimo Negarville, Jacqueline Giampiccoli, Andrea Graziani, Silvja Manzi, Mario Gioannini, Enzo Macrì, Federico Vercellone, Massimo Rostagno, Ignazio Barraco, Piero Borla, Luigi Brossa.
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Creato: Lunedì, 12 Maggio 2014 15:25
Questa campagna elettorale regionale ed europea, a Torino almeno, è circondata da un po’ di silenzio. Io sto andando dappertutto: si moltiplicano singole iniziative di presentazione dei candidati, ma si procede in modo molto frammentario.
È come se la faticosissima ricerca delle preferenze individuali avesse messo il silenziatore ad una campagna politica e amministrativa che doveva essere invece molto forte e propositiva. Non bastano certo le aperture iniziali al Palaisozaki a dare il carburante a tutta la campagna.
Il messaggio più importate che dobbiamo far passare è che c’è una battaglia in corso tra riformismo e populismo. I riformisti, coi quali ci identifichiamo, si battono per la riforma dell’architettura europea, affrontano il problema di un’Europa a due velocità, L'Europa nordica, con un surplus e una produttività enormi, che non sviluppa in maniera sufficiente i consumi dei suoi popoli, e un'europa del sud, che ha un grande debito pubblico e un surplus commerciale molto limitato, che ha problemi strutturali di riforma della pubblica amministrazione, di riforma della contrattazione e dei salari.
Unificare queste due Europe in un progetto nuovo doveva essere la nostra parola d’ordine. Invece si cincischia sul "dentro l'euro", "fuori dall’euro", "tutta colpa dei tedeschi", si cerca il male massimo nella Merkel. L’egemonia ora in europa sta tutta in mano alla Germania ed è egemonia politica, non solo economica. Noi vorremmo un’europa diversa, più ricca e più unitaria, e non siamo per ora riusciti a dare il senso di questa battaglia. Adesso spero che prenderemo la rincorsa.