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Magda Negri

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Primarie PD: serve chiarezza programmatica



La campagna delle primarie del PD è cominciata positivamente per quanto riguarda la vicenda delle regole. C'era stato qualche tentativo sciocco di mettere i bastoni tra le ruote alla partecipazione democratica che per fortuna non è andato a buon fine: le cose andranno sensatamente.
La chiarezza programmatica invece ancora latita e ce n'è assoluto bisogno. Il centrodestra tenterà una riorganizzazione e cercherà di coinvolgere Casini. Insomma non giocheremo a porta vuota e le primarie del PD dovrebbero servire ad organizzare le truppe e ad uscire da un personalismo e da un dibattito sulle regole ormai a parer mio esaurito.

Giorni amari per la politica



Sono giorni amari per la politica. Si è aperta una questione democratica, in seguito alle scandalose vicende della giunta Polverini, che contribuiscono a confermare la lontananza crescente tra una certa classe politica e la gente comune. L'uso disinvolto e l'abuso del tanto denaro pubblico che afferisce ai partiti e ai gruppi consiliari sta gettando discredito sulla classe politica italiana, anche su parte della sinistra.
Molte cose che abbiamo fatto in Parlamento, come la riduzione dei finanziamenti pubblici, vanno nella direzione giusta.
Sarà utile anche lo svolgimento delle primarie del PD, che sta stimolando molta partecipazione e coinvolgimento.
Idee cominciano a circolare. Come tutto questo confluirà in una limpida proposta di governo è ancora tutto da vedere.

Perché esternalizzare le istanze più riformiste?



Mi sono chiesta perché Bersani abbia voluto presentare una piattaforma programmatica così generica, un elenco di parole a cui corrispondono deboli intenzioni di azione politica.
Mi sono anche chiesta perché il soggetto di questo lavoro politico fossero i democratici progressisti, che poi dovrebbero aprirsi a forze di centro.
Ma chi sono i democratici progressisti? Il PD più Vendola? Perché le istanze più radicali. più riformiste devono essere esternalizzate, messe fuori? Cos'è diventato il PD? Pensiamo che questa offerta politica possa vincere la crisi italiana? Spero riusciremo a correggere questa impostazione.

Presidenzialismo: un errore uscire dall'aula



I cittadini italiani sono saggi. Sono stati fatti due sondaggi molto seri: uno sulle reazioni nei confronti della spending review e uno sulla necessità di andare a votare ora o a scadenza della legislatura. 7 su 10 dicono che si può tagliare la spesa pubblica inefficiente pur di non aumentare più le tasse: le tasse sono vissute come un macigno che porta a fondo l'economia del paese. La maggior parte dei cittadini inoltre preferirebbe andare a votare la prossima primavera.
La classe politica non deve farsi prendere da nervosismi: il PD è il baluardo della trasformazione e del risanamento. Abbiamo fatto male a disertare l'aula del senato e non misurarci con il centro destra sulla riforma costituzionale: se fossimo rimasti in aula avremmo vinto contro il centro destra e oggi non ci sarebbe il semipresidenzialismo.

Sia chiaro cosa vuole il PD



Tutti i media hanno parlato dell'infausta gestione dell'Assemblea del PD: non si sono messi in votazione ordini del giorno importanti su temi etici che andavano invece discussi e votati. Rimedieremo. Nessuno ha parlato invece di cose che sono state secondo me più importanti: le proposte del PD che si appresta ad essere forza centrale nel governo del Paese.
Sono tra i firmatari di un documento in cui si chiede che l'agenda Monti si protragga anche nella successiva legislatura. Su questo punto non c'è stato confronto vero.
Alcuni nostri rappresentanti hanno fatto capire che cambierebbero molte delle cose ottenute con la riforma del lavoro. Io penso che se così fosse noi saremmo un fattore che aggrava la crisi, non che la risolve. Abbiamo gettato comunque un sasso nello stagno: sia chiaro dire ciò che vuole il PD.

Il Pd porti l'agenda Monti nella prossima legislatura

Basta ambiguità «Stop a inaccettabili inversioni di marcia sulle iniziative di riforma dell'esecutivo»

Il governo Monti ha assunto un ruolo da protagonista in Europa. Dagli interventi immediati per far fronte all'emergenza, fino a un nuovo ambizioso piano di unione fiscale, finanziaria e politica, sono le proposte e le iniziative italiane a informare di sé il confronto, le possibili soluzioni, le tappe di un credibile percorso di avvicinamento agli obiettivi. Per noi, che siamo tra quanti hanno prima proposto e poi attivamente operato perché il governo Monti nascesse, si tratta di una conferma attesa: l'azione sviluppata dal presidente del Consiglio e dal suo governo in questi mesi - sia in Italia, sia nell'Unione Europea e nel più ampio contesto globale - può essere coronata da successo e deve quindi essere sostenuta, con piena convinzione, fino alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del 2013.

I termini essenziali dell'agenda riformatrice dei prossimi mesi sono chiari: incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l'imposizione fiscale sul lavoro e l'impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitale umano, sulla ricerca e sull'infrastrutturazione del Paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare, affrontando la fase transitoria attraverso soluzioni coerenti e non regressive, rispetto alla logica della riforma. Nel breve, devono derivare da risparmi di spesa le risorse necessarie per centrare l'obiettivo del pareggio strutturale senza ricorrere - dal primo ottobre prossimo - al già deliberato aumento delle aliquote Iva, che finirebbe per approfondire la recessione in atto. È in questo contesto che noi vogliamo operare, nell'immediato, per il pieno superamento, nel Partito democratico - che ha avuto il merito di concorrere in modo determinante a questa decisiva svolta politica - di ogni residua ambiguità sul giudizio circa l'azione svolta fino a oggi dal governo Monti.

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Il vertice europeo non può fallire



Il vertice europeo non può fallire: rafforzare l'euro e la comunità europea, rafforzare l'unità politica, attivare meccanismi di cessione di sovranità, andare verso l'unità fiscale, l'unità bancaria, l'unità nel finanziamento dei progetti sono tutte cose che non possono non avvenire. Se no gli effetti sulle industrie e sulla vita delle famiglie saranno gravissimi.

Nella politica italiana succedono cose singolari: grave l'azione di PDL e Lega di far fallire le riforme. La riedizione dell'alleanza Lega PDL contro tutti, che è avvenuta ieri in Senato, mette a rischio il cammino futuro delle riforme.

Bisognerà capire: Casini è disponibile all'accordo con un centro sinistra riformista? Bene. Ma il PD deve esibire la sua carta riformista perché l'alleanza con Casini sia credibile e non una generica ammucchiata.

Quando è in gioco la libertà personale non ci devono essere strumentalizzazioni politiche



Non è mai bello con il proprio voto mandare in prigione una persona, anche se non c'era davvero nel caso di Lusi nessun fumus persecutionis. Eravamo chiamati a decidere se nella richiesta della magistratura ci fosse fumus persecutionis: non c'era.
Bene fa il gruppo del PD a lavorare ad una riforma costituzionale per togliere questa materia al parlamento e assegnarla ad una sezione della Corte Costituzionale formata da sei giudici.
Sono molto chiare le mosse di PDL e Lega, che hanno scelto di salvare De Gregorio e di non salvare Lusi: quando c'è in gioco la libertà personale non deve esserci strumentalizzazione politica. Siano organismi terzi a decidere, usciamo dall'autogoverno del parlamento.
Per il resto siamo un po' sul Titanic: si compone e si frange ripetutamente l'unità tra PDL e Lega ed tornato in campo Berlusconi...

Riforme costituzionali: portiamo a casa un risultato



In Senato abbiamo cominciato la discussione sulle riforme costituzionali possibili e alla Camera marcerà la legge sulla riforma elettorale. Le due cose si tengono. Il PdL ha avanzato una proposta accrescitiva rispetto alle risultanze del lavoro della Commissione Affari Costituzionali. Il PdL è d'accordo con le elezioni a doppio turno ma ritiene vadano perfezionate con un impianto semipresidenziale. Proviamoci: se non troviamo l'accordo torniamo all'idea del premierato forte. Il semipresidenzialismo non è fuori dalla storia del PD: fu la proposta conclusiva della bicamerale D'Alema nel '99. Il semipresidenzialismo insieme al doppio turno di collegio può dare al popolo la possibilità di scegliere un presidente e gli eletti. Si è aperta una discussione: ora lavoriamo per portare a casa un risultato.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
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Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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