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Magda Negri

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Il vertice europeo non può fallire



Il vertice europeo non può fallire: rafforzare l'euro e la comunità europea, rafforzare l'unità politica, attivare meccanismi di cessione di sovranità, andare verso l'unità fiscale, l'unità bancaria, l'unità nel finanziamento dei progetti sono tutte cose che non possono non avvenire. Se no gli effetti sulle industrie e sulla vita delle famiglie saranno gravissimi.

Nella politica italiana succedono cose singolari: grave l'azione di PDL e Lega di far fallire le riforme. La riedizione dell'alleanza Lega PDL contro tutti, che è avvenuta ieri in Senato, mette a rischio il cammino futuro delle riforme.

Bisognerà capire: Casini è disponibile all'accordo con un centro sinistra riformista? Bene. Ma il PD deve esibire la sua carta riformista perché l'alleanza con Casini sia credibile e non una generica ammucchiata.

Quando è in gioco la libertà personale non ci devono essere strumentalizzazioni politiche



Non è mai bello con il proprio voto mandare in prigione una persona, anche se non c'era davvero nel caso di Lusi nessun fumus persecutionis. Eravamo chiamati a decidere se nella richiesta della magistratura ci fosse fumus persecutionis: non c'era.
Bene fa il gruppo del PD a lavorare ad una riforma costituzionale per togliere questa materia al parlamento e assegnarla ad una sezione della Corte Costituzionale formata da sei giudici.
Sono molto chiare le mosse di PDL e Lega, che hanno scelto di salvare De Gregorio e di non salvare Lusi: quando c'è in gioco la libertà personale non deve esserci strumentalizzazione politica. Siano organismi terzi a decidere, usciamo dall'autogoverno del parlamento.
Per il resto siamo un po' sul Titanic: si compone e si frange ripetutamente l'unità tra PDL e Lega ed tornato in campo Berlusconi...

Riforme costituzionali: portiamo a casa un risultato



In Senato abbiamo cominciato la discussione sulle riforme costituzionali possibili e alla Camera marcerà la legge sulla riforma elettorale. Le due cose si tengono. Il PdL ha avanzato una proposta accrescitiva rispetto alle risultanze del lavoro della Commissione Affari Costituzionali. Il PdL è d'accordo con le elezioni a doppio turno ma ritiene vadano perfezionate con un impianto semipresidenziale. Proviamoci: se non troviamo l'accordo torniamo all'idea del premierato forte. Il semipresidenzialismo non è fuori dalla storia del PD: fu la proposta conclusiva della bicamerale D'Alema nel '99. Il semipresidenzialismo insieme al doppio turno di collegio può dare al popolo la possibilità di scegliere un presidente e gli eletti. Si è aperta una discussione: ora lavoriamo per portare a casa un risultato.

Direzione PD: discutiamo di primarie



Direzione PD: argomento principe le primarie. Io credo che abbia senso solo fare un congresso costruito sulle primarie dove, la parte dedicata al congresso delle sezioni sia ristretta e ampia la parte dedicata al voto del nuovo segretario e candidato premier. Ogni altra ipotesi ci porterebbe nella situazione Cuneo. Ricordate cosa era successo? A Cuneo si fecero delle grandi primarie aperte a tutti, poi ci si accorse che si era incompatibili come profili culturali e come programma e la coalizione si ruppe ancora prima di andare al voto.

Difesa, Sistri, De Gregorio e AGCOM: un breve commento

Ieri è stata una giornata convulsa: si sono tenute le audizione del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e dei dirigenti della ragioneria generale dello Stato, per capire come sarà possibile operare significativi risparmi nel bilancio della difesa.
Una strada sarebbe specializzare i programmi di armamento e coordinarli a livello europeo. Il Generale Abrate ci dice che addirittura i francesi se ne stanno convincendo, però si lamenta che è la stessa idea di sovranità nazionale che in ultima istanza impedisce di fare i passi necessari.

Nella bicamerale rifiuti continua l'analisi con i dirigenti Finmeccanica e Selex per i progetti Sistri, il complesso sistema di tracciabilità dei rifiuti posto sui camion dei trasportatori iniziato ai tempi del governo Prodi e che ancora non è partito a livello massivo.
Dure questioni: secretazione del progetto, affidamento del medesimo nel 2008 senza gara con società in house del ministero, difficoltà tecnologiche, resistenza degli autotrasportatori ad imparare ad usarlo... Temo che il prossimo decreto di Passera ne prevederà un altro rinvio. Palese dimostrazione di come è difficile riformare davvero le cose. Ma non bisogna scoraggiarsi.

Caso De Gregorio: abbiamo votato a favore. Su tutti i giornali avete potuto oggi leggere com'è finita.

Condivido il giudizio comune sul modo contraddittorio per le nomine parlamentari delle Autority per la privacy e per l'AGCOM: grande raccolta di curricula ma fatta in poche ore, non esaminati, quando già sotto sotto c'era il solito accordo. Così non va.
Ho solo un piccolo orgoglio: quello di avere personalmente presentato alla Presidenza del Gruppo il curriculum della costituzionalista Livia Califano per il collegio dell'Autority per la privacy, proposta che ha avuto un certo successo.

Il terremoto richiede una pausa di riflessione



Il dramma del terremoto sembra acquistare di ora in ora dimensioni sempre più preoccupanti. Nessuno si aspettava una simile strage. Questo ha imposto che sospendessimo la direzione PD, che si profilava importante. Bisogna salvare il paese, i dati macroeconomici restano preoccupanti e l'Europa continua ad essere a rischio, fra circa nove mesi dovranno essere pronti programmi e liste. Stefano Menichini su Europa parla di un piano A e un piano B: io sono per il piano A, che prevede un programma di riforme e una mobilitazione politica e democratica, attraverso un grande congresso che termina con delle primarie. Il piano B prevede invece l'invenzione di partiti fittizi, guru esterni, la rassegnazione a non cambiare il porcellum...

Un tunnel ancora lungo



Guardiamo con molta fiducia al nuovo governo francese, ricco di tutte le personalità del partito socialista francese e guardiamo con soddisfazione all'esito delle elezioni in alcuni land tedeschi che hanno lanciato un monito alla Merkel, che accanto alla politica di rigore affianchi quella di crescita. Apprezziamo il grande sforzo che Monti sta facendo per aprire la seconda fase dello sviluppo, oltre alla prima del rigore. Ciò nonostante siamo ancora in una fase di grande difficoltà finanziaria. I greci si affollano a ritirare i loro risparmi e non si sa se la Grecia riuscirà a stare nell'euro. Se la crisi greca non verrà risolta ci saranno effetti molto pesanti su tutt'Europa. Il tunnel è sicuramente ancora piuttosto lungo.

Tenere non basta, il PD deve preparare l'alternativa



Analizziamo a fondo il voto amministrativo: questo è un voto che segna un'epoca, una svolta.
È il primo voto dopo l'ingloriosa fine del governo Berlusconi e l'inizio del governo Monti.
Altissima l'astensione. Il PDL ha perso circa 175 mila voti, il PD tiene ma tiene in discesa: bene resistere di più rispetto agli altri partiti, comunque abbiamo perso 91 mila voti, tantissimi rispetto al 2010. Il Movimento 5 Stelle porta a casa 200 mila voti in più. Il problema non è il Movimento 5 Stelle, il problema è cogliere questo vuoto che si è creato al centro per poter preparare l'alternativa.

Attenzione: la "caccia" al governo Monti può costare cara



Qualcuno pensa che il nervosismo dei partiti sia dovuto al fatto che tra pochi giorni si vota per le amministrative. Può essere.
Io ho un'altra preoccupazione: che sia cominciata da parte di settori del PDL e del PD, oltre che da parte di IdV e Lega, una specie di "caccia" al governo Monti. Questo può essere molto pericoloso. Delle due l'una: o la crisi italiana è ancora gravissima, come tutto sembra testimoniare, e quindi c'è bisogno di questo governo eccezionale - una specie di comitato di guerra - per risanare il paese, oppure la situazione si è normalizzata, e allora non ha senso alcuno supportare un simile governo.
La seconda fase del governo Monti ha bisogno del contributo di tutte le forze sociali, politiche e partitiche per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi e rifondare il sistema politico. Se non sarà così il PD pagherà un alto prezzo.

Le elezioni francesi e l'onda populista



Cosa ci dicono fino ad ora le elezioni presidenziali francesi? Che i governi in questa fase di crisi vengono puniti, che ciò che separa Sarkozy da Hollande non è molto, che però è molto importante che il presidente uscente sia in svantaggio (non era mai successo), che c'è un grande numero di voti della destra populista e razzista intorno a Marie Le Pen.
Vedremo tra quindici giorni e vedremo come il risultato influirà sulle dinamiche europee. Certo, se si affermasse un centro sinistra con un programma riformista vero che isola le posizioni estreme sarebbe un fatto positivo. L'onda populista è insidiosa, occorre una controproposta riformista.

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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