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Magda Negri

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Prima della direzione nazionale del PD



Domani ci sarà una direzione del PD importante. All'ordine del giorno le dimissioni del segretario Bersani: io penso che questa decisione debba essere mantenuta. Mi torna alla memoria quello che accadde nel 2001 quando Veltroni si dimise da segretario. La situazione era più tranquilla, andava a fare il sindaco di Roma. Fu creato una sorta di direttorio e così deve avvenire anche oggi. Credo che superato lo shock si possa cominciare a fare una riflessione seria.

La mia opinione è che arriveremo a metà aprile ad una soluzione che era già a portata di mano il 25 febbraio: l'alternativa era o un governo tecnico "del Presidente" o le elezioni. La situazione è ancora quella.

Quello che è accaduto di nuovo e inaspettato è stato lo show penoso del gruppo parlamentare PD: non si deve mai violare il principio di maggioranza. Puoi essere d'accordo o non d'accordo, ma se la maggioranza decide di votare un nome si vota. Dopo si apre magari la vertenza con i capigruppo ma in aula il principio di maggioranza salva il gruppo parlamentare. Ma era già tutto scritto, quindi non è il caso di agitarsi troppo.

Lavoro di mediazione per una pausa di governabilità



La diciassettesima legislatura si apre all'insegna della massima destabilizzazione. Mi auguro che i contatti in corso per la composizione delle presidenze di Camera e Senato consentano la nascita di un governo di scopo che almeno cambi la legge elettorale e traghetti con tranquillità il paese verso le prossime elezioni che potrebbero non essere lontane. Le aperture del PD verso il Movimento 5 Stelle, i montiani, il PDL, devono essere finalizzate ad uno scopo. Le urla giacobine di Grillo sono da respingere nel modo più categorico. Un buon lavoro di mediazione potrebbe aprire la strada ad una pausa di governabilità.

PD: la prima proposta dovrebbe essere quella di un esecutivo tecnico



In direzione discuteremo del fatto di consentire a Bersani di provare un governo di minoranza su otto punti votati da Monti e, soprattutto, da Grillo. Questa missione appare impossibile: per le risposte di Grillo, per gli insulti di cui ci ha ricoperto, per la sua strategia di non votare nessun governo politico e nessun governo tecnico.

Si tratta di una missione oltre che impossibile anche, a parer mio, sbagliata: se il PD si rivolge ai grillini per garantire una precaria maggioranza è un errore strategico ed è l'abdicazione del PD ad un ruolo di governo.

Penso che la prima proposta dovrebbe essere per il PD un esecutivo tecnico di transizione. No aut aut o governo coi grillini o elezioni.

Quello che il PD dovrebbe dire



Non penso che si corrano rischi anche per la Camera: il centrosinistra vincerà alla Camera, anche se ci sono dubbi per il Senato. Dovremmo fare un discorso di verità e serietà, quello che non sentiamo nei comizi: dovremmo dire che noi non discuteremo il fiscal compact, che non cambieremo la legge Fornero sulle pensioni (la cambieremo sul mercato del lavoro), che il nostro futuro è in Europa, che rispetteremo i vincoli europei di rientro del bilancio, che i nuovi fondi per i nuovi poveri devono venire dalla spending review. Tutto quello che non è su questa linea è demagogia che deluderà gli italiani.

Ora è tempo del PD - ma bisogna uscire dalla genericità delle proposte



Il Presidente Napolitano ha parlato duramente della legislatura che ci sta alle spalle come una legislatura perduta. Infatti, a parte l'ultimo anno di governo Monti, poco siamo riusciti a fare in tema di riforma della legge elettorale, di riforme costituzionali, di moralizzazione del sistema dei partiti.

Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena mi sembra una questione sistemica, di rapporto tra fondazioni e banche, di inadeguatezza del management.

Per questa campagna elettorale io temo piuttosto la genericità e la noncuranza sul piano programmatico. Le categorie sociali hanno avanzato le loro proposte. La CGIL ha fatto una conferenza di programma che io trovo non adatta, fondata tutta sul "tassa e spendi" e su un ingente piano di occupazione nel settore pubblico. La proposta di revisione dei vincoli europei, sui quali nessuno è in grado di garantire nulla, non è stato un grande contributo alla campagna elettorale.

Ora è tempo del PD, che si sta molto concentrando sulla questione dell'Imu, ma non abbastanza sull'abbassamento delle tasse sul lavoro. Il PD deve uscire dalla genericità delle proposte: il paese lo esige e solo così possiamo acquisire la credibilità di partito di governo.

Campagna elettorale PD: punti di forza e di debolezza



Stiamo entrando nel vivo della campagna elettorale. Aggredire il problema della crescita e del lavoro è un punto di forza del PD. Punto di debolezza è invece, a parer mio, concentrare tutta l'attenzione sulla questione dell'IMU anziché dedicarsi al tema di alleggerire la fiscalità sul lavoro, le tasse che davvero pesano sull'economia Italiana in modo più acuto rispetto ad altri paesi europei.

Non mi aspettavo l'ultima mossa elettorale di Bersani, caccia contro lavoro: la produzione degli F35 coinvolge 300 imprese italiane, se rinunceremo a questo programma il centro di assemblaggio e manutenzione degli aerei militari europei passerà da Cameri all'Olanda. Mi auguro che il PD trovi una sicura linea riformista anche per conquistare quell'elettorato che potrebbe rivolgersi alle liste Monti.

Motivazioni della mia ricandidatura



Ho valutato l'opportunità di ricandidarmi a queste elezioni politiche. La mia attività parlamentare non è stata lunghissima e con interruzioni: ho fatto complessivamente nove anni in parlamento. Spero che la mia candidatura possa essere utile.

Ritengo che il gruppo parlamentare piemontese debba fare un'offerta politica la più ricca possibile : in piedi ci sono molte aspirazioni politico culturali.

Credo che il processo di riforme che abbiamo avviato con Monti sia un processo molto serio, strutturale, epocale e vada continuato.

La sfida del Partito Democratico di essere un grande partito a vocazione maggioritaria , un partito di governo, ha subito numerosi stop and go, per l'orientamento multiforme dei gruppi dirigenti, ma soprattutto per la durezza della crisi, per cui il PD tende a rispondere più immediatamente alle esigenze dei ceti sociali colpiti, talvolta smarrendo la profondità della sfida riformatrice.
Mi sono candidata perché penso che la passione civile non abbia limiti di età e sono certa di avere ancora l'età per poter fare qualcosa di buono.

Se vorrete votarmi vi ringrazio, se non vorrete votare me, votate comunque una donna che sia politicamente molto autonoma e motivata .

La realtà supera la fantasia. Legislatura verso il termine



La realtà supera sempre la fantasia: non avrei mai immaginato quello che è successo oggi. Due le concause: la decisione di Berlusconi di tornare in campo e candidarsi premier e l'infelice uscita di Passera che ha creato un piccolo incidente diplomatico (non si può criticare impunemente il gruppo parlamentare che costituì un governo e che adesso ti sostiene). La classica goccia che fa traboccare il vaso.
Attendiamo quello che Napolitano dirà a Monti: probabilmente la legislatura va ad una rapidissima conclusione. Dobbiamo votare la legge sulla stabilità e non rinuncio alla speranza di migliorare il porcellum.
Berlusconi è riuscito a fare un ulteriore grave danno al paese.

Troppo complicato il voto al secondo turno ma un conflitto sulle regole nuoce al PD



Vorrei invitare chi ha votato al primo turno delle primarie a ritornare ai seggi domenica prossima 2 dicembre per il secondo turno.
Onestamente, anche io avrei sperato che il secondo turno fosse aperto. Hollande, ad esempio, ha visto iscriversi al secondo turno 200 mila persone in più.
Sicuramente è stata particolare la scelta di riservare il voto al secondo turno alle persone che già avevano votato al primo - salvo eccezioni complicatissime e difficilissime da gestire. Bisogna passare attraverso una specie di tribunale del popolo che decide se si è stati assenti giustificati!
A questo punto, secondo me sarebbe stato meglio dire: sono aperte o sono chiuse punto e basta. Però un conflitto sulle regole nuoce alla credibilità democratica del PD e di tutta la coalizione. Spero si possa risolvere.

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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