La bellezza del discorso di Mattarella sulla democrazia che bisogna amare e di cui prendersi cura, non sta specialmente nell’analitica ricostruzione dei rischi che la insidiano (indifferenza, scarsa partecipazione elettorale, monopoli, nuovi plutocrati, inadeguatezza delle istituzioni etc), ma nella passione pedagogica, nella profonda convinzione morale che lo anima.
Leggi quel discorso e ti senti chiamato/a in causa.
Ti chiedi: “se è così.. cosa posso fare io?.. Ogni giorno cosa faccio io?”
Se è così.. appunto.. Molti non capiscono.. non avvertono.. non sentono il sapore dei tempi cambiati fatti di apatia, di massa e privatizzazione del potere, oltre e contro gli Stati..
Purtroppo, poche ore dopo, alla Camera è ripresa la solita polemicuzza di battute e attacchi ad personam, venuta specialmente dal podio della Presidente del Consiglio.
Che ripropone continuamente il ruolo bifronte della statista responsabile all’estero e dell’arruffapopoli provocatoria in patria.
Esattamente il contrario di quanto chiesto da Mattarella.
Un altro piccolo colpo alle basi della nostra democrazia.