E’ tempo di memorie: una casa editrice di Bolzano ha chiesto un contributo a tutti i senatori che dal 2006 al 2008 costituirono il Gruppo Autonomie, in accordo con il Gruppo dei Ds che ci chiese di strutturare un piccolo gruppo aggiuntivo per reggere il lavoro delle Commissioni.
Allora ci sembrò una stramberia ma fu invece un’esperienza molto positiva.
Pubblico qui le mie riflessioni su quell’esperienza.
Quando, nel 2006, all’atto della costituzione dei gruppi, i Ds chiesero a me e ad altri compagni eletti al Senato di iscrivermi al Gruppo delle Autonomie, li per lì rimasi stupita, ma poi mi sembrò una bella idea, in coerenza con la mia piccola storia.
Da sempre infatti, avevo approfondito i temi del federalismo e anche quelli della difesa delle comunità specifiche, come la Convenzione delle Alpi, la diffusione della lingua Occitana, il riconoscimento delle minoranze etniche e linguistiche in Piemonte.
In questo gruppo trovai personaggi interessanti, anticonformisti, originali, provenienti da diverse regioni.
Naturalmente ci occupammo di problemi generali: adozione dei figli, sussidi alla famiglia, tutela dei piccoli comuni, riforme della costituzione, tutela degli embrioni… in un attività del gruppo vasta a 360°, di tipo generalistico.
Avevamo sensibilità diverse: alcune più radicali, provenienti dalla sinistra storica, altre più radicate nel cattolicesimo democratico e del moderatismo progressista.
Ma c’era sempre la regia di questo gran personaggio che è Oskar Peterlini, che riusciva sempre a far mediazioni avanzate, consentendo comunque a ciascuno di noi grande libertà.
Io presentai, come primo firmatario, vari disegni di legge: sulla libertà religiosa, in materia di sperimentazione sugli embrioni umani, in materia di rieleggibilità alle cariche di sindaco, per la costituzione dell’Associazione nazionale delle Autonomie Scolastiche, e ad altri ho dato, spero, un contributo.
Sono stata delegata dal gruppo nella commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti per la quale ho poi svolto la relazione sulla Basilicata.
Lo stimolo culturale più forte che però ho avuto nel lavoro del gruppo, è stata la riflessione sulla democrazia dei cittadini: un complesso ciclo di occasioni referendarie, proposte di legge d’iniziativa popolare, di co-legislazione tra rappresentanti e popolo, che trovava in “Democrazia Diretta, più Potere ai Cittadini” di Thomas Benedikter e altri saggi di Oskar Peterlini, una sintesi e insieme una perenne e stimolante provocazione.
Fu grazie a questi stimoli che mi venne voglia di approfondire il processo legislativo, in realtà come la Svizzera, e di tornarci sopra negli anni successivi.
Nel 2009, primo firmatario Oskar Peterlini, aderì al disegno di legge costituzionale per la modifica degli articoli: 70, 71, 73, 74, 75 e 138 della Costituzione in materia di revisione delle leggi e revisione della Costituzione, per l’introduzione dell’iniziativa legislativa popolare e l’iniziativa legislativa e di democrazia diretta.
Spiace che quella ricca elaborazione non sia diventata materia politicamente viva in questi anni tormentati, e che la democrazia diretta sia diventata un feticcio, un’arma populistica da brandire populisticamente contro le istituzioni.
In quel disegno di legge costituzionale proponevamo un refederendum propositivo: l’abolizione del quorum (che ritroviamo nella proposta costituzionale di Renzi, poi bocciata) del 50%, il potenziamento e l’obbligo di discutere entro un determinato termine le leggi di iniziativa popolare e l’aumento della maggioranza al 60% per l’approvazione, in seconda votazione, delle leggi costituzionali.
Guardavamo all’esperienza svizzera e a quella degli Stati Uniti per aprire un circuito più agevole e continuo tra democrazia dei cittadini e democrazia della rappresentanza.
Ispirazione davvero riformista, davvero vitale, davvero dentro i problemi contemporanei.
Credo ci sia ancora spazio per far vivere nelle regioni e nel paese questo bagaglio di idee che un piccolo ma autorevole gruppo, con radici in realtà territoriali tanto diverse, seppe incardinare nel dibattito parlamentare.
Le idee camminano, facciamole camminare ancora.