Ripresa parlamentare molto densa. In mattinata Giunta delle Elezioni e Conferenza stampa di un disegno di legge di cui sono cofirmataria, con Bajo, Binetti, Franca Rame e altre senatrici del centrosinistra sulla modifica di una legge del 1975 in tutela dell’ordine pubblico (Legge Reale).
Sarà possibile per le islamiche portare il velo (non il burka che impedisce il riconoscimento) se liberamente scelto. Basta essere riconoscibili. Una scelta di multiculturalismo, di identità e di possibile integrazione insieme.
Ci sono molte rappresentanti (Dounia Ettaib, Katkhouda Souheir, Lula Meykal, Susanne Diku) delle donne islamiche e la conferenza stampa è una buona occasione per discutere dei loro diritti (al lavoro, all’istruzione, al welfare per i bimbi) negati anche in Italia.
Mi precipito poi alla Bicamerale Rifiuti per discutere il decreto governativo per il post-emergenza in Campania.
Il tempo è tiranno e non riesco a “coprire” la VII Commissione dove viene Mussi a relazionare sul nuovo status dei ricercatori.
In Aula, al pomeriggio, la Lega fa ostruzionismo, per ritardare al massimo la discussione sul cognome materno estensibile ai figli, e il pieno adeguamento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio.
Si vorrebbe togliere ogni “stigma sociale”, ogni residuale ingiustizia. Sento rombare il tuono di una nuova “guerra di religione”.
La Conferenza dei Capigruppo vuole rimandare tutto in Commissione Giustizia, per trovare un equilibrio unitario anche con l’opposizione, probabilmente più arretrato del ddl governativo.