Non amo i matrimoni e non ci vado. Ma oggi non posso mancare a quello del figlio di un caro amico, Mario Loche. Faccio un salto rapido nella Chiesa di Caselle e, oltre alla famiglia sarda di Yuri, riunitasi da ogni parte d’Italia e anche dall’estero per l’occasione, trovo vecchi amici del PCI e un ex-esule iraniano ormai italianizzato come Majid.
Suo figlio, un bel giovane che ci accompagna, non è né mussulmano né cristiano. Il prete usa parole sagge, invita i futuri sposi al rispetto reciproco e alla pazienza.
Leggepoi gli articoli del codice civile che normano il matrimonio, e sanziona così gli effetti civili del matrimonio religioso.
Solo in Italia – mi dice Majid, che ha girato il mondo – forse non solo, ma certo merita una riflessione.