Giornata particolare. La moglie del Presidente Marini ha invitato tutte le senatrici ad un pranzo per festeggiare l’8 MARZO. Aderiamo quasi tutte, tassandoci per farle un regalo carino. Lei è una signora discretissima, un medico in pensione, che parla poco ed ascolta molto, quasi umile. Il pranzo invece è di gran gala, nella splendida cornice di Palazzo Giustiniani, che è la residenza ufficiale del Presidente del Senato.
L’inizio è commovente perché ognuna di noi viene accompagnata nella piccola saletta che è antistante la sala dei ricevimenti. In un alto leggio coperto da un damasco bianco c’è la copia della Costituzione che fu firmata esattamente lì dal Presidente De Nicola nel 1947. L’originale sta nell’Archivio di Stato.
Bell’inizio. A pranzo mi metto vicino a Binetti, Bajo Dossi e Cappelli (Del PdCI).
Scopro che la Cappelli (milanese) aveva studiato filologia bizantina all’Università Cattolica e la super-cattolica Bajo Dossi alla Statale. Siamo più o meno coetanee e sembriamo reduci spargendo nostalgie e rimpianti per la nostra vecchia Università. Marini dice cose belle, non di circostanza. Gli ricordiamo l’impegno di fare una grande iniziativa nell’Aula del Senato per l’Anno Internazionale delle Pari Opportunità. Vorremmo invitare tutte le Senatrici ancora viventi e delegazioni di giovani studentesse e lavoratrici.
Alla fine anche Elisabetta Casellati, la Vice Capogruppo superberlusconiana di FI, sembra una paladina del femminismo liberale…
Franca Rame propone di istituzionalizzare questi incontri politico-conviviali fra le senatrici a Palazzo Giustiniani.
La giornata parlamentare è stata proficua abbiamo votato il disegno di legge per la prevenzione della violenza negli stadi e la modifica dell’art. 27 della Costituzione. La pena di morte è soppressa anche nelle leggi militari di guerra. Gran cosa, ma il dibattito non è all’altezza. La Lega si astiene con un profluvio di volgarità. Tirano in ballo l’aborto, Welby, l’indulto. Ognuna di queste parole è per loro sinonimo di morte. Non hanno pudore. Ma parlamentari più esperti mi fanno osservare che da un po' di tempo, quando c’è un accordo bipartisan, la Lega si smarca, costi quel che costi, è in cerca di identità. E se, come questa volta, è ferina e crudele, poco fa.