Non mi piace questo 2025, che per prima cosa si è portato via Maria Grazia Sestero.
Mi telefonano da questa mattina presto tanti amici per dirmi che se ne è andata verso l’una.. all’alba del nuovo anno.
Come tutti avevo sperato che ci fosse ancora tempo.
Alla fine dell’estate, quando al mare si sentiva tanto stanca ed era tornata prima e poi si era capito che non era il cuore ma quella “piccola macchia” su un polmone, mi aveva confidato di essere preoccupata, ma di non avere paura.
Aveva una grande fiducia e gratitudine verso i medici dell’Ospedale Mauriziano e mi diceva che si sentiva ancora in grado di fare molto.. per la sinistra e per il paese.
Sappiamo tutti tutto della sua militanza politica e del suo grande lavoro amministrativo.
Tanti anni a lavorare insieme.. ma poi lei non volle superare la fine del Pci.
Non era ostile alla nascita del Pds, dei Ds e poi del Pd.. ci voleva bene e ci accompagnava negli errori e nei successi.
Rimase una compagna di strada.. ma non varcò mai quel confine, perchè la sua patria ideologica rimaneva altrove.
Siamo state amiche e partecipi dei momenti belli o difficili delle nostre vite.
Era una donna di forti passioni, di una straordinaria ironia,. mai dura o settaria verso i compagni di varie tendenze.
E adesso che non c’è più non ho nessuna voglia di ricordare le nostre tensioni congressuali.
Mi ritorna il ricordo vivido della splendida festa in una cascina della campagna torinese per il 50esimo del suo matrimonio con Gian.
C’eravamo tutti.. gli amici e i protagonisti di tante stagioni della sinistra torinese..
E poi.. un ricordo di più di 30 anni fa, che lei continuava a raccontare a tanti anni di distanza.
In una estate di allora partimmo in 4 da Torino verso un residence di Marina di Camerota.
Eravamo Maria Grazia.. io, la mamma di Maria Grazia, lucidissima ma quasi non vedente e Fedrina, la mia bimbetta seria e coscienziosa, molto rispettosa dell’anziana signora.
C’era un quinto protagonista.
Un grande drago gonfiabile giallo e verde (così grande e con un collo così lungo non ne ho mai più trovati) che mi trascinavo sgonfio fino alla spiaggia e che poi, anche con l’aiuto di Maria Grazia, diventava la piattaforma di gioco di tanti bambini di Camerota.
Eravamo giovani.. allegre, disposte a situazioni anche paradossali.
In fondo giovane nel cuore e nella mente Maria Grazia è rimasta sempre.
Questo male crudele e inaspettato l’ha vinta, ma non ha vinto il ricordo di lei.. la sua impronta nelle nostre vite Addio cara compagna e amica.