Astuto colpo di propaganda, quello della Meloni e del suo team, nell’aver collocato la tradizionale festa di partito non nel calderone delle feste di settembre, ma a ridosso della Finanziaria, del Pnrr e della successione al Quirinale.
Grande centralità, grande diplomazia politica con tutti, sorrisi, feste e cotillion prenatalizi.
Però, con il comizio finale, è cascato l’asino: nessuno sforzo unitario per la successione Mattarella, nessuno sconto al Governo Draghi, ironici insulti di eccessivo filofrancesismo a Letta, consueto appello ai valori tradizionali e cristiani, attacco all’Europa globalista, appello a tutti i conservatori italiani e riconoscersi in Fratelli d’Italia.
“Pensavo fosse amore e invece era un calesse” … è ritornata Vox…
Fratelli d’Italia abbastanza lontana da An….
La vecchia pelle, la vecchia razza in sala antieuropeista.
E chi sarebbe il Presidente “patriota”?
Ma Silvio Berlusconi, s’intende.
Perchè di Draghi non ci si può ancora fidare.
Forse non ci crede neanche lei, ma un omaggio a Silvio va sempre bene e costringe il centrodestra rissoso all’unità.
Oggi, tanto per gradire, Salvini incomincia dal giro contrario.