Il Presidente Mattarella ha usato parole potenti e fortemente impattanti per descrivere l’origine della guerra contemporanea, la sua inaspettata crudeltà e la scia di odio che lascerà nella memoria delle generazioni.
Nè ha trascurato di parlare delle fragilità e delle intollerabili ingiustizie che le persone vedono e vivono.
Infine la sfida del terzo millennio.
Resterà nella Storia.
Tecnologia e libertà.
Partecipazione come condizione del controllo democratico.
Forse il suo discorso più importante e denso.
Facile capire il peso.. la preoccupazione che queste parole contengono.
Dall’altra parte della geografia e della storia i presidenti di Russia, Cina e dello Stato d’Israele hanno proclamato la determinazione di continuare le guerre e le violenze in corso, nonostante il parere dell’ ONU e delle opinioni pubbliche.
Un regalo di fine anno promesso al mondo.
Le guerre continueranno… è un’ altra si minaccia se l’unità del territorio cinese non avverrà, come vuole il presidente Xi.
Benvenuti nel 2024.
Fabio Martini da Fb:
“MATTARELLA, L’ULTIMA PERSONALITA’ DELLA PRIMA REPUBBLICA ANCORA IN CAMPO, CONOSCE I FONDAMENTALI DELLA POLITICA, (OGGI DIMENTICATI) E L’ASPETTO PIU’ RILEVANTE DEL DISCORSO E’ L’OMISSIONE SU RIFORME CHE LO RIGUARDANO. IL GARANTE
DEL SISTEMA NON INTERFERISCE. UNA LEZIONE MAGISTRALE
Si dimentica sistematicamente che il Capo dello Stato si è formato e ha fatto il ministro negli anni della Prima Repubblica e di quella stagione ha introiettato la conoscenza dei fondamentali della politica, le leggi scritte e non scritte oggi quasi dimenticate da leader che si legittimano nella delegittimazione degli avversari. Sergio Mattarella ha evitato riferimenti o vaghe allusioni alle riforme istituzionali, che finirebbero per toccare i poteri del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato non interferisce sul processo legislativo e tantomeno su una riforma costituzionale. Ha solo espresso un concetto generale, “Uniti siamo forti”. Una lezione magistrale di un uomo di Stato. L’unico.”