Verso il PD non si lesinano ringraziamenti e rimpianti sinceri. Nel gran finale del Congresso Piero Fassino ha idealmente stretto intorno a sé il gruppo dirigente e – ulteriormente specificando – il gruppo dirigente ristretto che ha lavorato per questo processo e l’ha offerto come garanzia alla società italiana. Insomma “i cavalieri che fecero l’impresa”.
Ha scelto di nominarli, in base al contributo anche dato al Congresso: Veltroni, Cofferati, Damiano, Chiti, Bersani (facendo poi cenno indistintamente ad altri ministri), Finocchiaro, i capigruppo parlamentari, la Segreteria, Migliavacca, Orlando. Più si dice più si dimentica. E’ cosa risaputa. Colpisce però la scomparsa delle culture altre che nel 1998 cofondarono i DS insieme a noi ex PCI. Colpisce la nozione davvero non democratica di gruppo dirigente ristretto. Colpisce l’assenza di nomi come quelli di Enrico Morando, Umberto Ranieri, Michele Salvati. Si ringrazia Reichlin, si riattendono Mussi ed Angius, ma non una parola per Emanuele Macaluso, che non avrà una mozione, ma combatte il PD da un giornale ed è certo un nostro “grande vecchio”.
Fondatori o dissenzienti, per i Liberal (ipersocialisti o proto-ulivisti), casuali omissioni….
Magda Negri