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Ceccanti – Negri sui tagli dei costi della politica- 9 aprile 2008

By 09/04/2008Maggio 27th, 2024Politica

Il 10 aprile sulle pagine torinesi di Repubblica Magda Negri e Stefano Ceccanti pubblicano un messaggio elettorale sul taglio dei costi della politica . "Un miliardo di euro all'anno di risparmi ottenuti grazie ai tagli dei costi della politica": è infatti il progetto del leader del Partito democratico Walter Veltroni.

Per realizzare i tagli Veltroni ha messo a punto un decalogo preciso: riduzione del numero dei parlamentari a 470 deputati e 100 senatori; un patto con le regioni per ridurre anche consiglieri e assessori; limiti alla formazione dei gruppi parlamentari in base a requisiti quantitativi (almeno il 5% della Camera o del Senato) e politici (dovranno corrispondere a liste presenti alle elezioni col medesimo nome e simbolo); riforma del finanziamento ai partiti con un taglio di almeno il 30% rispetto all'attuale; revisione del sistema pensionistico dei parlamentari uniformandolo a quello degli altri cittadini; finanziamenti solo alla stampa veramente di partito, cioe' solo quella che corrisponde a un gruppo parlamentare.

E ancora: accorpamento delle strutture amministrative di Camera e Senato eliminando le duplicazioni; abolizione delle province dove vengono istituite le citta' metropolitane (e cioe' Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia); riduzione del 20% del numero di consiglieri comunali e provinciali; trasparenza per i contratti relativi alla politica con pubblicazione dei nomi di dipendenti, collaboratori e consulenti; divieto di cumulo di cariche e indennita' ai vari livelli di rappresentanza (regionale, locale, nazionale).

Di seguito una intervista a Stefano Ceccanti in merito..

PARTITO DEMOCRATICO RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA? SI FA COSÌ.. 
Famiglia Cristiana – Sabato 12 Aprile 
 
 
Il tema è strategico in tempi di antipolitica. E il professor Stefano Ceccanti, costituzionalista all’Università di Roma "La Sapienza", consigliere istituzionale ascoltatissimo da Walter Veltroni e candidato al Senato in Piemonte nel Partito democratico, lo conosce bene.

Professore, si possono ridurre i costi della politica attraverso le riforme istituzionali?
 
«Sì, purché non ci si ispiri a una logica antiparlamentare, demagogica o populista. Le istituzioni servono, ma vanno rese più efficienti e meno costose. Noi in programma abbiamo risparmi per un miliardo di euro l’anno».
 
Il Pd cosa propone?
 
«La riduzione del numero dei parlamentari: 470 deputati e 100 senatori. Al Senato saranno rappresentate le autonomie. Una sola Camera decreta la fiducia al Governo. Si riducono i poteri di veto e le leggi verranno approvate più velocemente. Ma poi anche le Regioni dovranno ridurre il numero di consiglieri e assessori. Smettiamola con questa idea buffa che solo Roma è "ladrona", che la politica costa solo nella capitale».
 
Volete abolire anche le Province?
 
«Se vengono costituite le Città Metropolitane, le Province non servono più. Sparirebbero quelle di Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia. Ci sarebbero 185 assessori e 369 consiglieri provinciali in meno con un risparmio annuo di almeno 15 milioni di euro. Se riducessimo del 20 per cento il numero globale dei consiglieri comunali e provinciali il risparmio sarebbe di altri 200 milioni».
 
Riducendo i parlamentari e con il nuovo Senato cosa si risparmia?
 
«Circa 200 milioni di euro. E se il Senato è legato al sistema delle autonomie non c’è bisogno di uno stipendio per i senatori, ma soltanto di rimborsi per le spese e di indennità di missione».
 
Devono essere ridotti anche i gruppi parlamentari?
 
«Noi prevediamo limiti tassativi. I gruppi dovranno corrispondere a liste presenti alle elezioni con il medesimo simbolo e nome con almeno il 5 per cento di parlamentari. Tutti gli altri finiscono nel Gruppo misto».
 
Toccherete anche il sistema del finanziamento pubblico dei partiti?
 
«Vogliamo ridurlo del 30 per cento con un risparmio di 60 milioni di euro. Oggi si danno soldi a chiunque raccolga l’1 per cento dei voti. Invece, bisogna prevedere una quota in proporzione ai seggi ottenuti. Inoltre, intendiamo dare i contributi solo per gli anni di durata effettiva della legislazione. Oggi il sistema prevede che i partiti continuino a percepire quote di rimborso fino al 2011, anche se non si presentano alle elezioni. È il caso dell’Udeur di Mastella. Se ci fosse stata questa norma avremmo risparmiato 300 milioni di euro».
 
E i privilegi ai parlamentari?
 
«Le pensioni dei politici vanno uniformate a quelle di tutti i cittadini. Legando in modo più stretto l’assegno vitalizio ai contributi versati, si risparmiano 100 milioni di euro l’anno. Inoltre, bisogna abbattere i costi di Camera e Senato. Se facciamo un solo servizio di bilancio, un solo servizio di documentazione internazionale, un solo servizio studi, una sola biblioteca, possiamo risparmiare quasi 400 milioni».
 
Anche i soldi ai giornali di partito verrebbero tagliati?
 
«Sì: denaro solo a chi ha un gruppo parlamentare ordinario. Il risparmio è di 30 milioni di euro».
 
E come fanno i cittadini a vedere i risparmi?
 
«Pubblicheremo tutto su un sito Internet: costi delle istituzioni, nomi dei dipendenti, collaboratori e consulenti con la funzione svolta, la durata del contratto e il compenso».
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