A Pasqua si parla di pace.
Ne ha parlato autorevolmente il Papa.. e il Papa non si commenta.
Per chi ha passione politica sinistra, per chi ha ideali democratici e un ispirazione umanistica.. di liberazione umana.. quello di garantire la pace anche fuori dai propri confini nazionali dovrebbe essere la preoccupazione massima.
Invece non è così.
Rassegnazione.. cinismo.. subalternità alle logiche di potenza… sostanziale indifferenza alle sofferenze lontane.
Io penso che le forme modernissime della competizione geo commerciale e geotecnologica fra le grandi e medie potenze non può marginalizzare l’ antico problema del controllo degli armamenti e della loro finalizzazione.
Tutto è previsto nei trattati internazionali.. tutto è violato.
Senza pacifismo di maniera.
Certamente l’Europa Unita dovrà investire di più nella propria difesa anche non tradizionale.. pur restando nella Nato.
Certamente bisogna saperne di più del livello di riarmo della Cina etc.
La difesa ha finalità di deterrenza.. ma nelle numerose guerre regionali continuano le stragi.
La questione del controllo degli armamenti è essenzialmente politica.
Dipende da che equilibri internazionali vuoi garantire o se non ne vuoi nessuno.
La Sinistra Italiana deve tornare a pensare e proporre in autonomia su questo terreno.
Difficile.. tanto da conoscere e da ripensare.
Mi pare che fosse il 1977 quando il PCI, insieme a Pannella, propose alla riflessione del Paese la “Carta della pace e dello Sviluppo”.
Non cercavamo nè voti nè preferenze.
Cercavamo idee.