Ho partecipato ieri pomeriggio all'incontro della Commissione Bilancio con il redivivo Ministro Tremonti.
Il ministro è stato assai generico, senza chiarire se nel Consiglio dei Ministri che si sarebbe tenuto di lì a poco avrebbero scelto la via del decreto o quella di un emendamento per far fronte agli impegni ineludibili richiesti dall'Europa e dai mercati.
In Commissione Bilancio c'era uno strano clima: la certezza di vivere un momento molto grave per l'economia si univa ad una vaga sensazione di incertezza, quasi che il destino del paese non fosse più nelle mani di nessuno.
L'opposizione ha proposto un eccezionale sforzo di discussione per dare centralità al lavoro di ricostruzione, che in tempi rapidissimi bisogna rendere plausibile agli occhi della comunità internazionale.
Ancora una volta il governo non è stato capace di decidere nulla di incisivo: il fallimento del fondo americano che ha cercato di vendere, senza riuscirci, i bond italiani e la prossima asta dei btp di novembre, che dovrà allocare ingenti quantità di debito pubblico italiano, rendono drammaticamente plausibile il rischio di insolvenza del debito nazionale.
Noi concentrammo su questo concetto la nostra relazione di minoranza al senato il 6 settembre, solo un mese e mezzo fa: allora apparve allarmismo, adesso sembra concretizzarsi.
Il PD deve davvero ancora prendere meglio le misure alla situazione che si sta via via determinando.