Martedì  scorso è venuta in visita al Senato la Scuola Toselli di Cuneo. Sono ragazzi dell'ultimo anno delle superiori. Il professore della classe  abita a Pradleves dove io ho una casetta  per le vacanze. Ci siamo il senatore Marcenaro ed io, la senatrice Rizzotti e il Capogruppo del Pdl. Dopo un poco di imbarazzo con la classe entriamo in sintonia. Ci presentiamo ognuno con la propria storia. 

Gli esponenti del centrodestra invitano i ragazzi della Provincia Granda a prepararsi a un futuro di eemigrazione. La professoressa  azzaada: “ma son ragazzi legati al territorio e alla loro famiglia”. Il Capogruppo della Pdl, un imprenditore, racconta loro di aver fatto politica per curiosità e poi se ne va via insieme ai colleghi di partito con le loro profezie. Anche Marcenaro viene inghiottito da una delegazione turca. Si crea una atmosfera familiare e i ragazzi non se ne vogliono più andare.

Li esorto a studiare e a prepararsi, ma loro mi raccontano delle loro famiglie. Conosco il loro retroterra. Non hanno nessuna fiducia che lo studio darà loro ascesa sociale e realizzazione personale. Non hanno intenzione di studiare all’Università per poi fare i commessi da Auchan o gli impiegati nei call center.  Una ragazza molto concreta mi dice quanto costa mantenere la sorella maggiore all’Università a Torino. 

Si capisce che i cuneesi hanno piccole opportunità locali di lavoro artigianale. C’è un po’ di sindrome veneta. Studiare poco e lavorare presto. Portare i soldi a casa. Non ci sono ambizioni. Una ragazza molto pratica mi chiede se bisogna fare dei concorsi per fare la senatrice.