Abbiamo vinto e , come io avevo proposto, il Presidente dell'Unione Africana Moammar Gheddafi, è stato ricevuto giovedì nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani e non nell'Aula di Palazzo Madama.. Sono andata ad ascoltarlo e ho trovato una sala gremitissima, zeppa. Ghigo mi cede il posto. Arriva preceduto da qualche giovane amazzone e da imponenti rappresentanti del servizio d’ordine libico, in costume tradizionale. Sono presenti membri del corpo diplomatico di molti Paesi africani. Schifani fa un saluto di circostanza e definisce storica l’occasione, ma storico sembra Gheddafi. Parla per un ‘ora e mezza ininterrotta con una voce roca e un tono bassissimo e uno sguardo impenetrabile dall’inizio alla fine. Insiste sui 5mila libici rastrellati nelle Tremiti a Ustica e di cui non si sa più nulla. Poi auspicando la pace chiede perhé l’Italia ha fatto questo a un popolo di contadini. Conta il passato coloniale ancora. Poi parlòa della Libia di oggi. Con un salto logico. Il mondo per lui è fatto di una pluralità di regimi e di popoli, ognuno ingiudicabile. Perché si è aggredito l’Irak, baluardo contro l’estremismo islamico, perché dobbiamo combattere in terrorismo in Afghanistan in quanto Stato teocratico; anche il Vaticano è uno Stato teocratico. Perché accettiamo la Corea? Cosa è la dittatura? Se un popolo non vuole votare o vota per finta e sceglie un dittatore buono su un programma perché dobbiamo criticarlo?. In Africa la democrazia non esiste perché la gente vota senza consapevolezza… perché dobbiamo criticare? Il raiss si dice non soddisfatto e di avere avuto poco dalla comunità internazionale per la sua rinuncia al riarmo nucleare. E poi se il Senato romano ha votato Cesare, perché critichiamo?
Avrebbe mai pensato l’Italia di avere bisogno del petrolio della Libia? Ieratico, parla con tono ieratico e difende la linea di Berlusconi e della Lega sul problema dell’immigrazione. Pacatamente chiede ai difensori dei diritti umani che vogliono far entrare dei disperati se hanno pronto il nome di chi darà a questi nuovi cittadini europei cure e cibo. Gheddafi è aideologico, . Parla usando una metafora: i diritti umani sono come una porta costruita in un muro, sotto lo stipite ci sono pace e democrazia e diritti, ma quando la spalanchi non sai che trovi. Uomini, animali, foreste, deserti?. E’ perfettamente ademocratico, è il relativismo assoluto del potere, ma un potere che ha significati lontani. Un potere che si autogiustifica. Per il Raiss nulla fa differenza, se non il riscatto del popolo libico. Sulla sofferenza ex coloniale ci marcia come in un suk arabo. Per fortuna non è stato accolto in Senato…
Io Carloni e Perduca e altri da subito eravamo stati contrari a farlo parlare in aula, mentre Latorre aveva dato l’assenso…
Tenativi di mediazione di Marcenaro ce ne sono stati… Ma Zanda temeva l'incidente diplomatico, nel caso i senatori contrari non si fossero presentati in aula…..