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Costi quel costi

By 02/10/2018Attualità
Tutti i guai di questi due giorni e di queste ore (il Def con i numeri scritti a mano che ballano, Tria che deve tornare a casa a fare i compiti e lascia l’Ecofin, i moniti di tutte le autorità europee, il ministro Savona che manda una sua personale ipotesi di finanziaria e di riorganizzazione della Ue a Bruxelles, l’attesa tremebonda delle agenzie di raiting e i crolli delle borse), erano stati previsti e indagati, molto bene, da Lucrezia Reichlin in questo articolo di 3 giorni fa.
E’ lucida la sua analisi: la strategia di “Diamo un bel calcio e ognuno per la sua strada” non è solo confusione da incompetenti, ma è finalizzata a logorare l’unione europea, precostituirsi delle vie di fuga, massimizzare il messaggio propagandistico.
La totale autonomia delle politiche di bilancio per le singole nazioni porterebbe i cittadini italiani a finanziare esclusivamente il debito nazionale, le banche sosterrebbero lo Stato invece che le imprese…..
Se fallisse lo Stato fallirebbero anche le banche, e viceversa.
Leggere in parallelo le misure in gestazione in queste ore della Finanziaria del governo giallo/verde, le analisi della Reichlin, per chi ha voglia le 70 pagine del rapporto del ministro Savona alla Ue sul sito del Ministero, oppure la sintesi, fatta da un numero di Formiche.
Nulla viene escluso, perchè in fondo, al di là dei camuffamenti tranquillizzanti del ministro Tria nel recente Forum Ambrosetti, non è mai stata deposta, nè dai 5S, nè dalla Lega, l’ascia di guerra contro l’euro e lo sviluppo verso l’unità politica dell’Unione Europea.
Costi quel che costi.
 
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MAGDA NEGRI

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