Consiglio di andare sul sito web dell'Istituto Cattaneo e controllare i flussi di Parma tra primo e secondo turno. Emerge che Pizzarotti ha coalizzato in suo favore gli elettori di tutti i candidati non arrivati al ballottaggio, specialmente quelli delle liste civiche di Ghiretti e della lista UDC di Ubaldi. Vernazzoli invece non ha preso un voto in più del primo turno, perdendone anche.
Al primo turno, su 100 voti a Pizzarotti, solo 1/3 è dovuto agli elettori del primo turno, mentre i 2/3 sono dovuti ad elettori che avevano votato Ubaldi e Ghiretti. Già al primo turno aveva raccolto molti voti "infedeli" di Lega Nord e Idv, che lo avevano già scelto a conferma di una certa matrice comune anti-establishment tra l'iniziale spinta leghista e la nuova proposta grillina.
La mia amica Albertina Soliani, senatrice di Parma, che ha passato la notte a guardare i risultati dei seggi conferma che le percentuali più alte di voto al sindaco grillino sono del ceto medio-alto borghese di Parma.
Il gran vortice del secondo turno, che non ha scalfito il candidato del PD e del centro sinistra, ha rimescolato tantissimi umori, rivalse, scelte, proteste e proposte che richiederanno un'analisi non banale.
Sia Follini su Europa che Prospero su l'Unità, pur da estrazioni culturali diverse, concordano sul "compito a casa" che il PD deve fare: come prepararsi se quel 49% di elettori di centro-destra che hanno deciso di non giocare questa partita amministrativa decideranno di giocare quella politica?
Non sarà possibile vincere facile per abbandono di campo. Il 2007 fu la peggiore tornata amministrativa del centro sinistra e allora decidemmo di accelerare la formazione del PD; gli ottimi risultati del 2012 devono spronarci a cogliere e orientare il nuovo per non farci sorprendere da un'imboscata.