Torino 16 dicembre
Recupero in Piemonte a Palazzo Lascaris l'incontro con il Dalai Lama che ho "bucato" a Roma, pur essendo fra quei senatori che avevano sollecitato Marini a quella più solenne accoglienza del capo spirituale dei Tibetani. Al Senato il Dalai Lama è stato ricevuto nella bellissima sala di Palazzo Giustiniani, in Regione Lombardia in quella extra aulica dell'istituzione, ma non in Consiglio, non nelle aule del Parlamento. Ragion di Stato…cinese..Bravi noi piemontesi che l'abbiamo fatto sedere al posto della Presidente e che abbiamo dato la parola nella sede propria alle forze politiche e alle associazioni che hanno voluto la sua presenza. Sua Santità il Dalai Lama (mite, laico, ironico, pacato.. ha anche fatto l'assistente aL Mmicrofono a qualche imbranato consigliere regionale… ) ha usato parole improntate a estremo realismo e cautela: autodeterminazione e non indipendenza per il Tibet, fine alla colonizzazione feroce dei cinesi. Gli occhi ironici e pazienti del Dalai Lama, il buddista esule che deve fronteggiare Stati e grandi religioni (Islam, Induismo, Confucianesimo, ateismo di Stato) per tutelare il suo piccolo popolo) indagavano curiosi ogni interlocutore, ascoltavano ogni intervento circondato dallo staff tibetano. Non si è nemmeno sottratto alla foto con Ghiglia. Io non ho osato. Sono stata colpita danta semplicità e forza spirituale. Noi subalpini, in genere vittime del nostro understatement, alla festa del movimento degli enti locali per la libertà del Tibet ci siamo sentiti per un attimo dalla parte giusta della storia del mondo.