Ho partecipato al Cicolo dei lettori di Torino al dibattito ran: un paese al bivio lunedì 29 giugno 2009. Sono intervenuti Mercedes Bresso, con una ottima relazione, Pietro Marcenaro, Ibrahim Osmani e Farian Sabahi. Non sono mancate le tensioni in sala.
Le donne e gli uomini dell’Iran, anche con la loro alta partecipazione alle elezioni presidenziali dello scorso 12 giugno, hanno dimostrato la possibilità e la maturità di un cambiamento non solo nella sfera politica ma anche in quella della società e della vita civile. La riconferma del presidente Mahmoud Ahmaninejad ha provocato a Teheran e in altre città del paese manifestazioni di massa e apre un conflitto che investe le stesse classi dirigenti iraniane.
“Where is my vote”: con questa parola d’ordine gran parte degli iraniani hanno contestato un risultato elettorale truccato e sostenuto la richiesta di Moussavi di ripetere il voto. Le autorità iraniane hanno represso con violenza il dissenso causando morti e feriti. I giornalisti iraniani sono stati minacciati e arrestati, i giornalisti stranieri sono stati rimpatriati o tenuti lontani dalle strade. La censura cerca di impedire qualsiasi informazione. Il Consiglio dei guardiani ha dichiarato che le violazioni riscontrate nelle svolgimento delle elezioni del 12 giugno non sono sufficienti per annullare i risultati, contestati dall’opposizione.
Stati Uniti ed Europa oscillano tra realpolitik e condanna della violenza di regime. Nel corso della serata qualche perplessità ha destato l'intervento di due giovani, presentati dalla Sabahi come due ragazzi che vanno e vengono regolarmente dall'Iran. Molto filogovernativa la loro posizione ; hanno anche parlato di video manipolati girati per attaccare il regime. Mi chiedo: come fanno due giovani ad andare e venire regolarmente e tranquillamente dall Iran se non hanno appoggi o rapporti con il Governo del paese?