Il PD ha finalmente costituito un gruppo di lavoro che coinvolge Camera, Senato, Esteri e Difesa sulla questione della riforma del modello di difesa e della pianificazione dei sistemi d’arma nella prospettiva di integrazione nel modello di difesa europeo, in un contesto in cui cresce il multipolarismo e gli USA arretrano dalla posizione di garanti della difesa.
Al solito, coesistono all'interno del partito opinioni conrtapposte: pacifisti, europeisti, neutralisti, chi – come me, Recchia e Parisi – ritiene che sia necessario risparmiare ma qualificare la spesa per la difesa in Italia, che non è certo un paese come Svizzera o Danimarca.
C’è stata poi una discussione sugli uomini necessari: attualmente sono impegnati 190.000 uomini, ma il Paese potrà sostenerne non più di 140.000, con disagio dei deputati del sud, che continuano a consderare l’Esercito come uno sbocco occupazionale imprescindibile.
I tempi sono cambiati ma non sempre è facile interiorizzare questo cambiamento.