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Dino, a te il mio affetto e la mia gratitudine.

By 10/12/2020Attualità
Se muori in tempo di Covid, aspettati che al tuo funerale vengano quelli che ti hanno voluto bene e che ti penseranno con affetto quando non ci sarai più.
Esattamente questo il sentimento che circolava ieri pomeriggio di fronte alla semplice bara chiara che abbracciava Dino Sanlorenzo.
Per tutti il nostro Dino… unico… impareggiabile… testardo, malato della bella politica… del confronto… della conoscenza storica… della cura dei giovani quadri.
Malato di ottimismo e di speranza.
In fondo un funerale molto simile a quello di Giusy LaGanga.
Laico… senza simboli religiosi.
Uomini coraggiosi di fronte alla morte.
Penso siano state Marina e Silvana, le amatissime figlie.. ad aver pensato, di fronte al tempio crematorio, di salutarlo con la bellissima canzone francese del 1942 di Tenert “che cosa resta del nostro amore”… per lui ,così amante dei cantautori francesi…
e “Bella ciao”.. che abbiamo anche cantato.. a toni bassi.. come si conviene.
Con Giancarlo Quagliotti abbiamo valutato… passata questa onda alta del Covid, di dedicare una serata di studio per ripercorrere la storia politica di Dino: nel PCI.. nelle istituzioni nel PD.
Dino il riformista, che credeva nell’unità dei socialisti, sodale di Napolitano, coraggioso nella battaglia politica.. coraggiosissimo contro il terrorismo.
Esempio per noi più giovani… che ci sentivamo da te stimolati, aiutati.
Credeva in noi.
Ciao Dino.
Mi hai dato tu la tessera del PCI 50 anni fa… in quella mattina di primavera nella federazione di Novara.
Eri giovane, con un maglione nero a collo alto.
Facevi tutto tu: dalle telefonate al ciclostile.
Travolgente.
A te il mio affetto e la mia gratitudine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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MAGDA NEGRI

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