Le cose che riguardano i militari sono sempre un po’ particolari e segrete, ma allo stato dei fatti possiamo individuare nella strategia del Governo che può portare in una direzione un po’ pericolosa. E’ l’egemonia che il ministro La Russa (ministro della Difesa e non degli Interni), che vuole tornare a esercitare in prima persona, scavalcando Maroni.
L’Arma dei Carabinieri (si veda la gestione mediatica dello stupro di Guidonia) si sposa con la proposta, che è anche di Berlusconi, di usare strutturalmente e non solo congiunturalmente 30mila soldati in missione di prevenzione e ordine pubblico sul territorio nazionale. A questo punto la scena si fa affollata: Polizia, Polizia municipale, Esercito. E avanza sulla scena anche un caporegista: La Russa, che dovrebbe essenzialmente coordinare altri e diversi attori. C’è quindi uno sconfinamento di An per via di La Russa nel sistema dell’ordine pubblico, che dilata la dimensione propriamente militare sul terreno civile. Inoltre, c’è in corso una riflessione sull’evoluzione del modello di Difesa e sulla capacità numerica e strategica dell’Esercito professionale aperta a diversi esiti. O ridurre e specializzare l’Esercito, o tenerlo nei numeri attuali, come vuole Berlusconi: non lasciarlo nelle caserme e nelle missioni internazionali, ma impiegarlo nel sistema dell’Ordine pubblico. Ciò avrebbe profili non soltanto di funzionalità, ma di Costituzionalità.
Propongo di non sottovalutare questo scenario. In Commissione Di9fesa ho rivolto una specifica domanda al Sottosegretario Criosetto, non strumentale, davvero informativa. Gli ho chiesto, cioè se la riunione che sarebbe avvenuta il 29 gennaio del Consiglio superiore di Difesa si sarebbe anche occupata di tali questioni. E Corsetto, forse poco informato, mi ha risposto che il Consiglio di Difesa segue un proprio calendario e che la questione dell’Esercito e del suo utilizzo sono di stratta pertinenza del Governo, che avrebbe operato con decreti delegati fra poco.
Voglio però sottolineare che compete certo al Governo proporre la prossima revisione del modello di Difesa, ma per quanto mi riguarda su questa materia la delega deve essere precisissima e passare dal voto delle aule parlamentari. Apprendo il 30 gennaio che il Consiglio superiore di Difesa ha per l’intanto saggiamente congelato i propositi del Premier e di La Russa. La questione era pertinente, ma il Sottosegretario alla Difesa non lo sapeva.