La leadership verrà creata attraverso le elezioni primarie. I 12 saggi dell'Ulivo rendono pubblica la carta costituente del nuovo partito che dovrebbe vedere la luce entro il 2008
E' arrivato il manifesto del Partito democratico. Il documento con la cui sottoscrizione nasceranno i futuri sostenitori della nuova formazione politica. «Sottoscrivendo questo manifesto ci impegnamo a lavorare con piena convinzione, determinazione e lealtà per fare, a tutti gli effetti, entro la fine del 2008, dell'Ulivo il Partito dei democratici, il nostro partito». È il traguardo indicato nel Manifesto per il partito democratico, scritto in tre mesi dai 12 saggi dell'Ulivo. Il manifesto, che contiene i principi ed i valori del partito nuovo, è composto di 15 cartelle, suddivise in tre capitoli: Noi, i democraticì, «L'Italia, una nazione d'Europa, L'Ulivo, il nostro partito». Nel manifesto si afferma che sottoscrivere il manifesto e versare una quota minima «saranno condizione per partecipare, sulla base del principio "una testa, un voto", alla formazione degli organi costituenti, secondo le regole definite in modo consensuale dal coordinamento dell'Ulivo».
PRIMARIE – Una dei principali punti del manifesto è quello della creazione della leadership che arriverà attraverso lo strumento delle elezioni primarie. «Ci impegnamo a costruire un partito che, sin dalla sua fase fondativa, sia aperto alla partecipazione di una larga platea di cittadini, ed affidi al loro voto, diretto e segreto, la scelta della leadership». È il passaggio del Manifesto per il Partito Democratico nel quale si individua nelle primarie lo strumento per la scelta del leader del Pd. Il manifesto descrive i caratteri del partito che verrà, «un partito di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma». Un partito, attento al pluralismo interno e «capace di parlare al paese con una voce autorevole, che proponga il suo leader alla guida del governo della nazione, un partito che affidi al metodo delle primarie la scelta delle candidature alle massime cariche di governo nelle Regioni e negli enti locali».
RIFORMISMO – «Vogliamo contribuire a rinnovare la politica europea, dando vita, con il Pse e le altre componenti riformiste, ad un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale». È quanto si legge nel Manifesto del Partito democratico. «Intendiamo concorrere a costruire nel mondo – prosegue il documento – una nuova alleanza tra tutti quelli che vogliono fare della globalizzazione una opportunità per molti piuttosto che l'occasione per rafforzare il potere e la ricchezza di pochi».
RADICI NEL CRISTIANESIMO E NELL'ILLUMINISMO – I valori del Partito democratico, e cioè «libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona», hanno le loro radici «nel cristianesimo, nell'illuminismo e nel loro complesso e sofferto rapporto» si i legge sempre nel Manifesto del Partito democratico. «Ci riconosciamo – prosegue il documento redatto dai 12 saggi – nei valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona che ispirano la Costituzione repubblicana e nell'impegno a farli vivere in Europa e nel mondo. Questi valori discendono da molti affluenti della cultura democratica europea. Hanno le loro radici più profonde nel cristianesimo, nell'illuminismo e nel loro complesso e sofferto rapporto. Traggono alimento sia dal pensiero politico liberale, sia da quello socialista, sia da quello cattolico democratico. Sono maturati nella dialettica tra queste diverse tradizioni e dal confronto con le sfide proposte dalle culture ambientaliste, dei diritti civili e della libertà femminile, oltre che nella condanna delle ideologie e dei regimi totalitari del Novecento». Questi valori, continua il Manifesto, «sono anche frutto di una lunga sequenza di conflitti, basati su appartenenze religiose o di classe, e di tragici errori. Oggi possiamo considerare alle nostre spalle quei conflitti e quegli errori».
RAPPRESENTANZA MINIMA DI GENERE – Una norma «antidiscriminatoria» sulla rappresentanza minima del 40% per ciascuno dei due generi, un «rigoroso codice deontologico» per la scelta di candidature ed incarichi e norme statutarie per un limite al rinnovo dei mandati sono alcuni degli altri punti fondanti del manifesto.
Dal Corriere della Sera del 13 febbraio 2007