Da ieri pomeriggio è tutto un contar voti, possibili o probabili. Ci si attacca alla profezia di Maroni: “Prodi passerà per un voto”. Dolorosa sensazione di fine epoca, senza che si intravedano nitidamente i contorni di quella nuova. Se si intravedono, si temono.
La chiarezza della proposta di Veltroni ad Orvieto: “Qualunque sia la legge elettorale il Pd correrà da solo” fa paura e c’è nel ceto politico un mormorio di sottofondo “contro” che sta crescendo. Il nuovo assetto del centro sinistra, il Pd a vocazione maggioritaria, che aspira a un consenso maggioritario ( es. Psoe) e, chiarito il profilo di Governo, si allea con i più simili e congrui (questo sollecita evoluzioni parallele sugli altri soggetti politici) è compreso con difficoltà., o aspramente combattuto.
I sondaggi pubblicati ieri su Il Foglio testimonierebbero il contrario, anzi, un vasto apprezzamento popolare verso una nuova offerta nell’assetto del centro-sinistra. A spanne, direi che Prodi e i “nanetti”, e forse anche Rosy Bindi, sono i meno convinti, quelli che faranno più resistenza.. “La “cosa rossa” non sta decollando, perché i comunisti italiani e i Verdi, legano la loro sopravvivenza esclusivamente all’attuale legge elettorale. Forza Italia si sta sottraendo a ogni ipotesi vdi “Governo del Presidente” per la nuova riforma elettorale. Veltroni ieri ha ampiamente suggerito, nella riunione dei Gruppi parlamentari, che fino a giovedì non si esamineranno subordinate, ma dopo, forse. E’ legittima una gestione tattica fluida di questa crisi, giustamente parlamentarizzata e resa trasparente di fronte al Paese. Sarà presto doveroso, oltre alla difesa di Prodi e dell’operato del suo Governo, rendere consapevole il centro sinistra dei problemi nuovi del Paese, oltre che dei suoi.