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Ecco cosa penso sull’emendamento Ceccanti

Sulla vicenda dell’emendamento Ceccanti  posso dire che era ampiamente naturale e col consenso di numerosi costituzionalisti. A) Era nato in seno alla Dirigenza del Gruppo parlamentare Pd , che ha usato la tecnica del silenzio assenso. B) Materia di pubblica discussione, era stato più volte proposto nelle audizioni, anche perché il testo del Lodo (non l'emendamento) inserisce il Presidente della Repubblica facendolo dipendere da una maggioranza parlamentare.

Personalmente ritengo fosse opportuno. Chi difende l’innopportunità politica deve usare  toni commisurati. L’inopportunità non è un tradimento costituzionale. Specie se codifica una prassi costituzionale prevalente, applicata dai giudici al Presidente Scalfaro nel 1993. Allora, peraltro, trattandosi di Scalfaro, fu la destra a protestare. Trovo ridicola  questa tempesta  costruita  ad arte da chi ritiene che Berlusconi sia il male assoluto e che il Parlamento debba usare  3 anni  per tribune e occupazioni, senza esercitare il ruolo di critica e proposta politica dell’opposizione parlamentare: sarebbe solo la certificazione dell’impotenza politica del Pd. Su questo serve un esplicito confronto. Queste incursioni da giallo giornalistico non fanno bene a nessuno.

Gli emendamenti erano comunque noti sin dal 24 giugno ore 11, data di scadenza, e pubblicati nello stampato della Commissione del 30 giugno. Evitiamo quindi di negarne la conoscenza

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MAGDA NEGRI

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