Europa – Veltroni lo sa, si deve fare molto di più
Veltroni torna, e si fa sentire. La lettera aperta ai dirigenti locali del Partito democratico è già una iniziativa da segretario in pectore.Quella che spedirà oggi agli altri concorrenti delle primarie ripristina i rapporti di forza dopo un agosto egemonizzato da Rosy Bindi: è il sindaco il front runner, lui può permettersi di imprimere il proprio segno ai prossimi cinquanta giorni di campagna.
Nel testo che oggi anche Europa pubblica, Veltroni assume con coraggio le preoccupazioni (molto diffuse) intorno al continuismo che sta in effetti segnando questo parto democratico. Partiti che non si sciolgono effettivamente, nomenklature all'opera per garantirsi posti di controllo nei gruppi dirigenti, atteggiamenti conservatori se non addirittura partitocratici rispetto a temi sensibili come i costi della politica.
Veltroni soffre la contraddizione di esser stato il candidato investito da Ds e Margherita (in particolare da Fassino con quell'infelice «tutti i ds si riconosceranno in lui»), essendo però da tempo estraneo alle logiche d'apparato, in particolare diessine.
Un po' è vittima di se stesso, nel senso che quell'investitura esclusiva fu lui a chiederla. Ma è in tempo per scrollarsi di dosso l'immagine che malignamente la Bindi e i parisiani continuano ad appiccicargli addosso. Questo però è solo uno dei problemi, non il principale. A Veltroni infatti basta un compitino ben fatto, da qui a ottobre, per neutralizzare i concorrenti e vincere la partita. Le lettere di questi giorni vanno nella direzione giusta. Peccato che tra settembre e ottobre – come suggerisce anche l'attivismo berlusconiano – non si consumerà tanto un contest fra personaggi, quanto il vero atto di nascita del Pd.
Vincere le primarie sarà una cosa importante, ma non sarà la cosa più importante. Più che una scossa ai partiti, Veltroni deve causare un terremoto, di linea politica e di immagine e sostanza del Pd: non è poco, ma è il minimo se vuole prendere e tenere la testa dell'unica gara che conta. Quella per l'Italia.