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Facciamo la differenza

By 21/01/2018Attualità

Consiglio ai miei lettori di comperare il sole 24 ore di oggi (21 gennaio 2018) e di leggere accuratamente l’analisi sinottica delle proposte dei vari partiti-coalizioni finora rese pubbliche o depositate. Come giustamente sottolineato anche dal presidente Monti oggi sul Corriere, impazzano promesse di riduzioni fiscali, di redditi – vitalizi per sempre, di elargizioni da Babbo Natale a ogni categoria di cittadini: dalle mamme che non hanno mai lavorato, ai pensionati, in una caleidoscopica produzione di redditi di dignità, redditi di cittadinanza, redditi comunque cui non corrispondono contributi versati o lavoro erogato. Non mancano le proposte berlusconiane sulle crocchette gratis e le detrazioni fiscali per i nostri cari amici a quattro zampe.

Credo che in nessun paese europeo si sia mai vista una simile campagna elettorale e suppongo che i cittadini più avvertiti incomincino a non sopportare più l’idea che viene fornita di loro: questuanti, sudditi, che 50 anni fa aspettavano la seconda scarpa da parte di Achille Lauro e che oggi aspettano la pioggia, la manna di tanti piccoli redditi. Giustamente Michele Serra nella sua “Amaca” ha definito questa idea che i populisti e il centro destra hanno dei loro elettori: “plebe moderna”.

Però ieri sono stata sottoposta a un piccolo test personale da un giovane professore universitario che si occupa di sondaggi, di orientamenti elettorali e di comunicazione politica. Mi ha chiesto: “Secondo te oggi, 20 gennaio 2018, che messaggio è passato nella testa di un cittadino che deve votare?”

Io tergiversavo un pò… 

Ha risposto lui per me: “Dire 5Stelle vuole dire reddito di cittadinanza, dire ForzaItalia vuol dire FlatTax. E dire Pd, cosa ti fa venire in mente?”.

Io ho risposto un pò noiosamente: “Continuare il processo di riforme”. “Non funziona” – risponde lui – “In questo modo convincete solo i già convinti”.

Allora ci ho pensato un pò ma resto della mia idea, e la formulo meglio: “Dire Pd vuol dire fare la differenza rispetto ai messaggi sconclusionati dei nostri competitori politici. Il messaggio che deve crescere nella testa e nel cuore degli elettori è: agganciare la ripresa europea e mettersi insieme a Germania e Francia nel gruppo di testa dei paesi che ricostituiranno il soggetto politico Europa: fede sempre più importante di una sovranità che supera i confini nazionali. Dire Pd significherà darsi tempi concreti per superare le crescenti disuguaglianze sociali, modernizzare il paese, non rassegnarsi all’assistenzialismo grillino versato a piene mani verso il sud del paese, riprendere in tempi possibili l’iniziativa per la riforma elettorale ed istituzionale. Mantenendo gli equilibri di bilancio, mantenendo il rapporto deficit/Pil ben lontano dal 3%, che Di Maio, Berlusconi e anche Tajani dicono in questi giorni di voler sfondare a piene mani. Ecco, noi siamo la differenza: senza estremismi, rottamazioni e rotture inutili. Un partito forte che vuole unire e non cede a compromessi sul programma. Qualunque sarà il risultato, non rinnegare sè stessi”.

 

P.S.: sento dalle varie televisioni che si stanno moltiplicando i siti web (esempio quello di Tempestini) di controllo civico e di raccolta delle varie promesse elettorali per sondarne la serietà e l’applicabilità. Ottima iniziativa di controllo democratico e di ripresa della sovranità dei cittadini.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO