Ieri la riunione congiunta dei gruppi di Cmera e Senato del Pd è stata incredibilmente unanime nel dar mandato ai nostri commissari della bicameralina sul federalismo, a votare contro il decreto sul federalismo municipale. Vitali, Boccia, Morando, Licausi, Marantelli (amico di Maroni) condividono un giudizio assolutamente negativo su un provvedimento fatto per lo più di compartecipazioni erogate dal centro e che prevede costi standard.
Inoltre sembra insufficiente anche sulla cedolare secca sugli affitti perché non prevede la idonea convenienza dell’inquilino a detrarre. Solo due parlamentari veneti hanno espresso altro punto di vista di valorizzare i risultati della trattativa Anci e di almeno astenersi con conseguenze sul voto. Il problema ora è difendere nel merito nostro voto contrario nel merito e non farlo sembrare come uno stanco no d’ufficio meramente antiberlusconi.
Oggi dopo tanto tempo abbiamo avuto una lunga e non semplice discussione con le nuove coordinatrici femminili per la conferenza delle donne di febbraio sulla ragione d’essere della soggettività politica organizzata femminile nel Pd, per superarne i limiti di contenuto e il disseccamento di proposta politica.
Parteciperemo alla manifestazione del 13 febbraio imponendoci di non scivolare in un moralismo anni’50 o in un antiberlusconismo alla Santoro, che farebbe della imponente manifestazione femminile una variabile dipendente di movimenti viola e come quello di Santoro. Con tutte le fatiche di questi anni, ho ritrovato un pensiero autonomo e liberale che spero sui temi della sessualità e della prostituzione possa manifestarsi nella difficile manifestazione.Il rischio è quello di una iniziativa pie donne o di un corteo delle racchie o delle bruttine stagionate.