In merito all’intervento di D’Alema alla Direzione nazionale sul pluralismo delle Fondazioni e alla risentita risposta di Verini, che ha autorizzato i commentatori a parlare del legame anni ’70, ecco mio commento propositivo di una linea unitaria.
C'è un fiorire di associazioni, fondazioni, focus tematici. Bisogna pensare a una specie di leale coordinamento delle singole offerte politico-culturali, anche in una palese concorrenza intellettuale, a una sorta di confronto periodico che superi le attuali separatezze. Così il Pd potrebbe, nella sua unità, avere il polso delle domande politico-culturali effettive, dei temi principali e delle richieste vere che vengono dai nostri militanti e simpatizzanti. In questo modo corrisponderemmo all'articolo dello Statuto che affida alle varie fondazioni e associazioni il compito della formazione della nuova classe dirigente democratica.
Ovviamente, se è un'offerta a tutto il partito, questo stesso dovrebbe sostenere tutte le fondazioni anche dal punto di vista finanziario. E' evidente che non è necessario comprimere il pluralismo, bensì finalizzarlo, anche considerando le ingenti risorse che faticosamente ogni sigla deve raccogliere e lo sforzo organizzativo collettivamente prodotta.
Dopo il deludente risultato elettorale c'è nel popolo democratico una grande ansia di riscossa strategica e culturale.