Entro molto presto per prendere posto e riconosco qualche delegato dalle province: mi semra che posti siano meno di 2008 e, infatti, quando progressivamente arriveranno i delegati, gli addetti stampa e gli invitati, il salone diverrà pienissimo.
Siamo in pochi "old style" a guardare con sospetto i rettangoli di cartone che distribuiscono nelle prime file con lo slogan del PD "Veltroni Presidente" non comprendendone l'impiego. Dietro di me una delegata di Lecco, molto chiacchierona, dice: "adesso li alziamo!". Quando Veltroni finirà l'intervento, né io, né D'Alema, né Lovelli, il deputato di Alessandria seduto vicino a me, intendiamo sventolare i manifesti. La delegata di Lecco, invece, saltella come un'adolescente. (leggi tutto)
Quando incomincia la serie degli interventi, l'Assemblea diventa simile a un qualsiasi mega congresso, privo dell'attenzione richiesta dall'imminente sfida elettorale. Siamo in troppi: dal 2009 saremo 1000, e ancora troppi.
Il cicaleccio diffuso riguarda quasi solo l'andamento delle candidature. Gli interventi sono poco applauditi, anche quello della Bindi, o applauditi per settori geografici e politici.
Facendo la fila ai bagni, ci ritroviamo un gruppo i delegate dai 40 ai 60 anni. Siamo in tantissime di quesa fascia d'età. Ritroviamo Carol Bee Tarantelli, la moglie americani del giuslavorista della CISL ucciso dalle BR, parlamentare con me dal 1994 al 1996. Cosa fai quando vedi un'americana? Incominciamo tutte a interrogarla sulle primarie americane tra Hilary e Obama. Carol, che oltre a essere americana è anche una femminista, sostiene che Obama non è avvertito come esponente della comunità nera, perché è stato cresciuto da una mamma bianca e da nonni bianchi nella comunità dei bianchi e no crea nessuna inquietudine negli elettori bianchi. Hilary invece resta sempre una donna e l'inconscio di massa fa fatica ad accettare che una donna governi la più grande potenze mondiale. Le molte delegate presenti sono tutte d'accordo.