L’associazione LibertàEguale di Torino ha tratto spunto da un interessante studio sulla gerontocrazia nella società italiana, realizzato dall’istituto di ricerche di Renato Mannheimer, per organizzare sotto la Mole, il 24 novembre scorso, un incontro con l’onorevole Daniele Capezzone (classe 1972), il giornalista Pierluigi Diaco (classe 1975) e Luigi Marattin, un giovane economista, dirigente di LibertàEguale. “Il potere negato ai giovani: Italia malata di gerontocrazia” è stato il tema sottoposto al tavolo dei relatori, fra i quali decisamente “fuori età”, c’ero anche io.
Una serata risultata irrituale, ma anche un po’ nevrotica, costruita sulla presenza di due eccezioni, due under 35 che “ce l’hanno fatta” nel panorama politico e giornalistico. Capezzone ha puntato su argomenti “liberali”, tracciando scenari politici, sempre molto lucidi, con incursioni nella macroeconomia. Diaco, più che “enfant prodige”, è apparso al pubblico in sala, a tratti divertito e a tratti sbigottito, “enfant terribile”, che provoca- ci scappa anche una battuta maschilista – si autocelebra e dichiara, oltre alla sua solitudine, il suo reddito di 28mila euro al mese, come fosse un segno protestantico di elezione. Una monade, forse anche giornalisticamente incuriosita dalla realtà, ma, paradossalmente, scissa da ciò che è altro da sé. L’impressione è stata quella di un’ esibizione personale che tradisce, però, molta solitudine e un’incapacità di capire e rappresentare la propria generazione nella sua dimensione sociale e con i suoi reali problemi, fra i quali il non riconoscimento dei meriti.
Suggerisco la lettura di questo articolo che propone un’interessante interpretazione dell’attuale fase che stanno vivendo i DS: Pietro Ignazi, Nuovi innesti per salvare la Quercia, Il sole 24 Ore, 17 gennaio 2007.