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Giustizia sotto attacco , riforme e conservatorismi corporativi

Ho partecipato  una settimana fa alla inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino. Cerco sempre di non perdermela. Non è una mera cerimonia, ma una verifica dello stato della giustizia. Certo Torino è una delle sedi più ‘composte’. Ma nelle parole di Vietti e del presidente regionale dell’Associazione nazionale magistrati era chiaro il disagio per l’insopprtabile contrasto fra magistratura e potere politico in atto.

Intorno a questo incendio che non si spegne si sono composte analisi tradizionali. Sia Maddalena, sia l’ordine degli avvocati, negli interventi dei suoi rappresentanti, si sono mostrati contrari alla separazione delle carriere , in quanto ‘lesiva’ dei diritti dei cittadini e degli imputati. Tutto ciò mi ha ricordato i mesi spesi inutilmente  ( ci si erano particolarmente impegnati Ichino, i radicali e gran parte del Pd) per la riforma della professione forense, al fine di favorire l’accesso dei giovani avvocati. Intorno al fuoco continuano a danzare inossidabili conservatorismi corporativi.

Vicino a me era seduto il vicesindaco Tom Dealessandri, che pur soddisfatto delle buone pratiche del Tribunale di Torino, osservava sconsolato che le libere professioni in Italia sono intoccabili. E ciò, pur nella crisi e nei venti della competizione globale in Europa.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO