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Gli iscritti non sono numeri

By 06/11/2013Febbraio 17th, 2024Attualità

Facciamo il punto: sembra che nella Commissione per il Congresso solo Morassuth e Gualtieri si opposero a tenere il tesseramento aperto fino all’ultimo minuto. Tutti gli altri (renziani, bersaniani, bindiani, varia umanità) lo considerarono una opportunità utile alla causa. 

Quale causa? Ognuno aveva la sua, come si evince dai fatti di questi giorni. Anch’io, votando quel regolamento, ho peccato di ottimismo movimentista. 

Ora, risolte le situazioni più intollerabili, bisogna voltar pagina. Abbiamo il dovere di sapere qual è l’effettiva base associativa del PD. Ho la sensazione che siano rimasti i quadri dirigenti ma non più la base associativa di quelli che “fecero l’impresa” dell’Ulivo e fondarono il PD nel 2007.

Gli iscritti non sono numeri. Bisogna esaminare i flussi di entrata e di uscita, consolidare una base di partecipanti e di militanti (sia pure nelle forme più nuove e aperte), sapere chi siamo e cosa vogliamo. Non bastano gli iscritti “di scopo” di un giorno per votare, quasi fossimo un’associazione temporanea d’impresa. 

Recuperareincluderevalorizzarerispettare i vecchi e i nuovi iscritti, guardare a chi ci ha lasciato e a chi non è venuto in questa tornata, aspettando l’8 dicembre come un appuntamento mobilitante e in qualche modo sostanziale. 

Dovevamo collegare temporalmente e politicamente – per dare spessore strategico – i congressi provinciali e regionali a quello nazionale. Ma, giù giù per li rami dei livelli territoriali, le cose non sarebbero cambiate molto.

Cercare la radice del problema per risolverlo.

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MAGDA NEGRI

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