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Guardo al Pd come a “un partito delle regole”

Che dire dell'analisi comparata  del forum di Veltroni sull'Unità  e del lungo intervento di D'Alema su Repubblica del 31 ottobre? Sembra una questione di accenti. Se marcare di più il concetto di centro-sinistra di Governo o l'espansione riformista  del Pd. Ma non sono antagonistici l'uno nei confronti dell'altro.

Anche il dibattito (ci capiscono solo gli esperti)  sul rinnovamento  e la continuità della classe dirigente del partito sembra naturalmente compatibile. Chi può non concordare  sulla necessità di fra emergere nuovi dirigenti, di valorizzare al contempo tutte le esperienze consolidate, di uscire dalla cooptazione, per passare alla valorizzazione del merito?

Si capisce un po' di più se si va alla fine dell'intervento di D'Alema. Non esistono un principe buono  da una parte e degli oligarci cattivi dall'altra. In questo senso Massimo ha ragione, ma se ne esce solo costruendo il "partito delle regole". Personalmente, sono contro ogni populismo, anche quello sedicente "democartico".

  
luglio 2008 
 
 

UN PD LIBERALE E SOCIALISTA

Magda Negri

 

 

Come scalare i 3 milioni di voti che ci separano dal blocco Pdl-Lega? Con il partito a vocazione maggioritaria – dice giustamente Paolo Gentiloni su Europa del 15 luglio – e icasticamente lo descrive come partito-tenda, che ospiti quante più persone possibili, unite da ansia di innovazione, nuovi servizi, pari opportunità. In questo senso "…persone di tutto il mondo unitevi…".
Qui starebbe la sfida dell'identità per il Pd, oltre le policies contingenti e necessarie. Partito dei valori e delle persone, e tanto basti. Discutiamone, ma credo che questa società degli individui-persone, atomisticamente definiti per negazione (non classe/i, non blocco sociale e fin qui ci siamo…) semplicemente non esiste come tale.
Ognuno di noi, nella sua storica individualità, è concretamente intessuto dei suoi legami familiari, parentali, di collocazione sociale e territoriale. Diamo un'occhiata nel rapporto Istat 2007 ai numeri assoluti e percentuali dei "gruppi professionali", ai redditi delle famiglie per numero di figli e per area geografica, all'immaturità della "economia della conoscenza", nel nostro Paese. Anche il più universalistico messaggio e programma della più liberale delle sinistre non può scavalcare la materialità degli interessi in gioco, nel loro libero e regolato conflitto, la durezza della effettiva promozione di eguaglianza nella libertà.
Incomincia in questi giorni il tesseramento nel Pd, di cui abbiamo compiuto l'architettura sostanziale. Molti guardano a noi come a un soggetto politico aperto, forte, utile per il proprio progetto di vita. La crisi anche internazionale porta in grembo per l'Italia un "di più" di potenziale dissoluzione, ripiegamento, scatenamento di egoismi corporativi. In questo senso il Pd sarà sì liberale, ambientalista, solidale, cosmopolita, etc…
Ma anche socialista. O non sarà. 
 

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MAGDA NEGRI

www.magdanegri.it

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