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I rischi di un PD bicefalo

Sottopongo alla vostra attenzione due articoli di oggi: Il dilemma dei centristi di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera e Se i partiti vivono in un mondo sparito di Ilvo Diamanti su Repubblica.

Concordo con la preoccupata analisi di entrambi: io penso e sono esplicita che Bersani abbia sbagliato, nel presentare il suo decalogo, a siglare un patto privilegiato con Vendola, pur tentando di isolare l'IDV.

In nessun modo si può pensare, come dice Panebianco, che il futuro governo possa reggersi su due gambe, una che vuole andare ad est e l'altra ad ovest. La prima quasi una riedizione della sinistra storica, con il PD e Sel, con programmi economici affini a quelli della CGIL, che ridiscuterà l'agenda Monti, la seconda fatta da Casini e schegge moderate che dovrebbe farsi erede dell'agenda Monti.
Mi viene alla mente un'immagine cruenta: quella del supplizio in cui il prigioniero viene squartato da due cavalli che lo tirano in direzioni opposte.

Stiamo sbagliando anche nel linguaggio, ad archiviare il termine "democratici" a favore di "progressisti" e "sinistra riformista".

Un centro montiano e una sinistra classica non raggiungeranno la massa critica per reggere la sfida dell'anno prossimo e l'ultimo consiglio BCE ha detto chiaramente che l'integrazione fiscale, economica, monetaria camminerà con le gambe delle riforme verificabili e i mercati non faranno sconti ai giochi politici.

Ha davvero ragione Ilvo Diamanti:

Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e paesi che non esistono più […] Dopo Monti sono cambiate le mappe e le bussole della politica e del paese. Siamo entrati in un'epoca geopolitica diversa.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO