Confesso di non capire fino in fondo i sapientissimi padri della Chiesa.
Mario chiede di poter mettere fine alle proprie sofferenze bevendo il liquido mortale da una cannuccia o spingendo con l’unico dito che gli resta funzionante la pompa di un pistone.
I santissimi Padri obiettano che un’altra soluzione c’é: affidarsi alle cure palliative..
Perdere coscienza e – credo – sospendere le cure e l’alimentazione, se no non si muore.
Ma la Chiesa condanna la sospensione di questo tipo di cure.. come il caso di Eluana Englaro ed altri insegnano.
Ho 2 valorose amiche di Novara che, in pensione come insegnanti, fanno quotidianamente volontariato negli Hospice dei malati terminali.
Mi hanno spiegato che la cura palliativa è un accompagnamento alla fine, quando ormai manca poco tempo alla fine naturale.
Spesso si salutano per sempre i propri cari che ti assistono fino a quando ti fanno sprofondare nella incoscienza e quindi nel non dolore.
Non è il caso di Mario, che senza eutanasia attiva potrebbe forse vivere ancora molti anni.
Direi che la controproposta oggi dei Santi Padri è un’azione diversiva di massa.