Agosto 2010
Pd – lettera – il Foglio
Morando: Berlusconi o non Berlusconi, il Pd ha il dovere di difendere il bipolarismo italiano
Al direttore – Con la frattura del Pdl, è iniziata la crisi di Berlusconi e del berlusconismo, il Pd è chiamato a misurarsi con questo dato nuovo (e positivo) della situazione politica, ma non può farlo senza tenere fermio l`ordine delle priorità: prima viene la strategia, poi la tattica. Mentre la discussione in corso su chi lo vuole tecnico e chi lo vuole politico – il governo dì transizione – sembra fare prevalere la seconda sulla prima. Per non parlare del gradimento da assegnare a Tremontí premier, pur di non votare con questa legge elettorale. Poniamoci la più semplice delle domande: noi Pd quale obiettivo vogliamo conseguire?
agosto 2010
Pd – lettera – il Foglio
Morando: Berlusconi o non Berlusconi, il Pd ha il dovere di difendere il bipolarismo italiano
Al direttore – Con la frattura del Pdl, è iniziata la crisi di Berlusconi e del berlusconismo, il Pd è chiamato a misurarsi con questo dato nuovo (e positivo) della situazione politica, ma non può farlo senza tenere fermio l`ordine delle priorità: prima viene la strategia, poi la tattica. Mentre la discussione in corso su chi lo vuole tecnico e chi lo vuole politico – il governo dì transizione – sembra fare prevalere la seconda sulla prima. Per non parlare del gradimento da assegnare a Tremontí premier, pur di non votare con questa legge elettorale. Poniamoci la più semplice delle domande: noi Pd quale obiettivo vogliamo conseguire? Il Pd a vocazione maggioritaria non può che rispondere così: l`orizzonte strategico è quello di utilizzare la crisi di Berlusconi per un mutamento dei rapporti di forza nel paese, per candidarci a ottenere in una prossima consultazione elettorale i consensi necessari per governare l`Italia e realizzare quel cambiamento senza il quale il paese vedrà aggravarsi tutti i suoi problemi di fondo (scarsa efficienza economica, crescente disuguaglianza, debito pubblico troppo elevato e dì nuovo crescente). L`obiettivo tattico è contribuire ad approfondire la frattura apertasi nel Pdl, evitando di fare da sponda a Berlusconi nel suo tentativo di avere ragione degli avversari interni e tenere in piedi il governo. In questo contesto, la tattica politico-parlamentare può essere anche spregiudicata, ma non può contraddire l`obiettivo fondamentale. Ad esempio: dopo aver ottenuto l`apertura della crisi di governo, possiamo proporre la formazione di un governo tecnico alla Ciampi – con un orizzonte temporale ben delimitato – che sia sostenuto da chi "ci sta", promuova l`approvazione di una nuova legge elettorale, gestisca le ulteriori scelte di finanza pubblica e operi per contrastare la degenerazione in atto dell`etica pubblica. Ma non è un "tecnicismo" precisare che la legge elettorale nuova non può essere proporzionale, così da sottrarre ai cittadini il diritto di decidere col voto sulla formazione del governo. Nel contesto creato da questa nuova legge, risulterebbe infatti non raggiungibile l`obiettivo strategico del cambiamento del paese. Naturalmente, si può divergere sull`obiettivo di fondo. Si può, cioè, ragionare così, sempre partendo dal punto di analisi comune (si è aperta la crisi di Berlusconi): poiché Berlusconi è la fonte principale del bipolarismo italiano così come si è venuto strutturando, la sua crisi segna la fine del bipolarismo. La prospettiva è quella di un`articolazione del sistema politico italiano su tre poli: destra, centro e sinistra. Il Pd, si può proseguire, desidera questo esito, perché lo considera più corrispondente ai caratteri dell`Italia e degli italiani. Per questo, il Pd propone un governo politico, che ci liberi da Berlusconi e torni alla legge elettorale proporzionale. E` una linea, quest`ultima, che sconta l`eclisse della funzione del Pd come partito di centrosinistra, asse dell`alternativa di governo al centro-destra. Ha dalla sua evidenti vantaggi ma è una linea che va contrastata. Non per astratta fedeltà al bipolarismo, ma per il giudizio sul paese che ne costituisce il presupposto e per l`idea sulla funzione del Pd da cui scaturisce. L`Italia ha tre enormi problemi, ciascuno dei quali è stato almeno in parte generato dalla cattiva politica (crescita troppo bassa; disuguaglianza crescente tra la piccola minoranza che sta sempre meglio e una fascia di lavoratori poveri e giovani disoccupati o inoccupati che sta così male da non nutrire alcuna fiducia nel futuro; un debito pubblico troppo elevato). Il sistema Italia, insomma, non ce la farà se la politica non definirà una robusta strategia che aggredisca questi problemi. E per definire questa strategia la politica deve avere, forza e autonomia. Due doti che mancano a coalizioni prive dì legittimazione popolare, che si formino in Parlamento dopo il voto, trasformando distinte minoranze in una disomogenea maggioranza. E` per dare forza alla politica riformista che abbiamo fatto il Pd. Sarebbe paradossale che cambiassimo strada, oggi che si incrina e può entrare in una crisi definitiva il rapporto tra Berlusconi e il paese.