Quando facevo le elementari, a Novara, c’erano nella nostra scuola dei bimbi che abitavano nel Villaggio Dalmazia, un insieme di case alla periferia che accoglieva i profughi giuliano – dalmati.
Capivo poco chi fossero, nessuno mi spiegava niente.
Dopo tanti anni, come in un gigantesco Cold Case, riemergono le vite, le sofferenze, anche la morte di migliaia di cittadini di etnia italiana, gli istriani e i giuliani dalmati, travolti dalla storia del confine orientale, italianizzato a forza dopo la prima guerra mondiale ,, rioccupato da Tito dopo la seconda, con la vittoria sui nazifascisti invasori.
Dopo tanti anni mi sembra che la memoria storica è diventata più coraggiosa, oggettiva, senza giustificazionismi.
La verità rende liberi, ha detto ieri Mattarella alla cerimonia per le vittime delle foibe.
Sono d’accordo.
E mi sembra di riconoscere, dopo 60 anni, quei bimbi del Villaggio Dalmazia, che mi sembravano strani, diversi, e non capivo cosa ci facessero, a Novara.