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Il no della Binetti – 10 dicembre 2007

By 11/12/2007Maggio 27th, 2024Politica

Il no della Senatrice Binetti al Governo Prodi, durante il voto di fiducia, e l’ulteriore sua rivendicazione nella trasmissione “otto e mezzo”, il giorno successivo, nel dibattito sulla laicità con Flore d’Arcais, meritano una nostra e vostra compiuta riflessione politica. Lungi da me sollecitare o pensare a inutili sanzioni disciplinari, certamente controproducenti. Penso però che l’atto compiuto dalla Senatrice Paola Binetti e la sua rivendicazione pubblica come atto di “laicità” e di libertà di coscienza ridislochi in modo del tutto nuovo la vita interna del Gruppo, il reciproco riconoscimento dei suoi membri, l’habitus interiore e i futuri comportamenti di ogni singolo senatore.

 Abbiamo un regolamento, una legge interna del Gruppo Ulivo-Pd, che va ora riconsiderato. Dove termina e dove inizia il principio di libertà di coscienza, a fronte del principio di maggioranza del Gruppo? E fin dove può spingersi questa libertà di coscienza, fino all’ipotesi della caduta del Governo e quindi alla violazione del patto con gli elettori? E quali sono e di chi sono le coscienze che chiedono per sé una tale pura libertà? Quelle dei senatori cattolici, quelle di alcuni senatori cattolici, o quelle di tutti, laici e non credenti compresi?

E’ certo giusto resistere al tiranno, ma dove è il tiranno? Potrei continuare, ma non voglio tediarvi, con una serie di ulteriori domande. Sento però l’esigenza di un vostro contributo a definire un giudizio oggettivo sulla nuova situazione che si è determinata, al di là dei sofferti comportamenti soggettivi della Senatrice Binetti. Riassumerei così: una nuova situazione, se non analizzata e formalizzata, comporta oggettivamente una nuova norma e nuove non-norme per la vita interna del Gruppo e la rilevanza pubblica degli atti di ogni suo componente.

 La senatrice Binetti ha rivendicato la forza del suo gesto perché il Pd, a suo avviso, ancora non esisterebbe. Nessuno Statuto, nessun Manifesto dei valori, precarietà e provvisorietà. Un Gruppo parlamentare però non può- per la sua dura e incalzante funzione- godere di nessuna provvisorietà extra legem. Che fare allora , se ognuno di noi, d’ora in poi, si sentirà legittimato, in caso di provvedimenti legislativi discussi e discutibili, a usare non l’artiglieria leggera o i carri cingolati, ma direttamente la bomba atomica contro il Governo? Mi accontenterei di una pacata valutazione politica. Magda Negri

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MAGDA NEGRI

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