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Il Pd a Caserta -13 gennaio

Sembrano tutti unanimi. Si veda in particolare l'interessante commento di Stefano Folli sul Sole 24 Ore.
L'Ulivo-Pd a Caserta ha mosso passi mal fermi e si è quasi fermato subito con qualche antipatica disputa su chi fosse titolare dall' hard core del programma delle future liberalizzazioni. Nei 10 punti dell'agenda di Caserta ciascuno può trovare qualcosa di suo, ma è difficile trovare un quid che rappresenti peculiarmente le proposte programmatiche dei futuri protagonisti del Pd. E pensare che Rutelli aveva steso pochi mesi fa una sorta di manifesto della modernizzazione. E che Fassino aveva addirittura riunito i ministri DS per diporli in prima fila nella battaglia riformista, senza cadere nel gioco a somma zero del chi ha prevalso su chi e nel meccanismo mediatico che tende a sopravvalutare il risultato della sinistra radicale sull'area riformatrice. Resta ancora un antico problema: dal'96 al'98 Prodi pensò che solo dal Governo avrebbe creato l'Ulivo. Trascurando, di fatto, il coordinamento dei circoli, la creazione dei gruppi unitari, insomma l'intero processo politico. Si era allora in sistema elettorale di collegi uninominali maggioritari. Ma può la costruzione del Pd prescindere da un esplicito ruolo di Prodi, può il Presidente del Consiglio risolvere la sua funzione solo nel ruolo di governo-collante di una coalizione eterogenea?. Le risposte a queste domande aprono scenari e configurano tempi davvero diversi per il Pd….

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO