Il Pd e il sindaco
Per fortuna la Commissione Statuto nazionale ha salvato l’anima dello Statuto del Pd. Vale a dire l’obbligo di primarie per selezionare il candidato sindaco, presidente di Provincia e Regione, . Mi pareva strano infatti che Migliavacca si prestasse a un confuso arretramento che avrebbe stravolto l’Assemblea congressuale. Anche nel caso di primarie di coalizione, se un partito alleato non vuole le primarie, l’assemblea territoriale del Pd dovrà approvare tale richiesta con almeno i 2/3 dei voti, altrimenti si procede a primarie di partito. Una soglia certo bassa (contando la possibile zona grigia di astenuti e non presenti) , quella del 60 per cento: il principio è salvo, ma non è garantito il risultato e si metterà alla prova la volontà di rinnovamento che il Pd saprà esprimere. Intanto a Torino si fanno nomi e proposte. Personalmente confido che Fassino sia disposto a candidarsi, naturalmente chiedendo lui per primo le primarie. Sarebbe la soluzione migliore e ci risparmierebbe numerosi e volenterosi esercizi strumentali di autoproposta e conati di visibilità di singoli gruppi.