Basta ambiguità «Stop a inaccettabili inversioni di marcia sulle iniziative di riforma dell'esecutivo»
Il governo Monti ha assunto un ruolo da protagonista in Europa. Dagli interventi immediati per far fronte all'emergenza, fino a un nuovo ambizioso piano di unione fiscale, finanziaria e politica, sono le proposte e le iniziative italiane a informare di sé il confronto, le possibili soluzioni, le tappe di un credibile percorso di avvicinamento agli obiettivi. Per noi, che siamo tra quanti hanno prima proposto e poi attivamente operato perché il governo Monti nascesse, si tratta di una conferma attesa: l'azione sviluppata dal presidente del Consiglio e dal suo governo in questi mesi – sia in Italia, sia nell'Unione Europea e nel più ampio contesto globale – può essere coronata da successo e deve quindi essere sostenuta, con piena convinzione, fino alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del 2013.
I termini essenziali dell'agenda riformatrice dei prossimi mesi sono chiari: incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l'imposizione fiscale sul lavoro e l'impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitale umano, sulla ricerca e sull'infrastrutturazione del Paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare, affrontando la fase transitoria attraverso soluzioni coerenti e non regressive, rispetto alla logica della riforma. Nel breve, devono derivare da risparmi di spesa le risorse necessarie per centrare l'obiettivo del pareggio strutturale senza ricorrere – dal primo ottobre prossimo – al già deliberato aumento delle aliquote Iva, che finirebbe per approfondire la recessione in atto. È in questo contesto che noi vogliamo operare, nell'immediato, per il pieno superamento, nel Partito democratico – che ha avuto il merito di concorrere in modo determinante a questa decisiva svolta politica – di ogni residua ambiguità sul giudizio circa l'azione svolta fino a oggi dal governo Monti.
Al sostegno, col voto parlamentare, delle iniziative di riforma, si sono troppo spesso accompagnate critiche aspre e manifestate intenzioni di revisione non ispirate al superamento delle lacune, certamente presenti, ma all'obiettivo di inaccettabili inversioni della direzione di marcia. Di più: considerato che la fase di crisi e di difficoltà non si concluderà in tempi brevi e che i processi virtuosi avviati (pensiamo solo allo spostamento di prelievo dai redditi di lavoro ai patrimoni) daranno i loro frutti solo attraverso un'azione di governo pluriennale, noi intendiamo promuovere nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perché obiettivi e principi ispiratori dell'agenda del governo Monti – collocati dentro un disegno almeno decennale di cambiamento del Paese – possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima.
Siamo infatti convinti che debba essere in primo luogo il Pd – quale partito asse dello schieramento riformatore – a rendere credibile questo proposito, che corrisponde alle aspettative della maggioranza degli italiani. Su questo tema, abbiamo convocato una prima assemblea di discussione a Roma, venerdì 20 luglio alle ore 16.30, presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli (ingresso da via della Fontanella Borghese n. 56/b).