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Il voto a Milano e il dopo-Berlusconi

 

Forse avevano ragione gli amici e compagni che dicevano  e suggerivano di aspettare le amministrative, con un occhio concentrato e attento su Milano, per adeguare, non cambiare, l’iniziativa politica del Pd. Vincere a Milano cambierebbe l’ordine del giorno che incombe, vale a dire costruire una transizione al dopo Berlusconi. Però se ci fosse  qualche frattura del centrodestra alle amministrative, la questione posta da Veltroni del governo di transizione di responsabilità nazionale modello Ciampi che ridefinisce l’agenda riformista e fa la riforma elettorale tornerebbe in campo. Ciò aprirebbe nel centrodestra contraddizioni non episodiche. Quella ipotesi potrebbe prendere velocità e senso politico dunque.
La settimana prossima, con la consegna del documento governativo economico finanziario 2011 presentato alla Presidenza del consiglio dei ministri solo il 13 aprile  che sarà otato solo dalla Camera, questa iniziativa non sarà carta straccia, ma la carta di identità dell’Italia esibita all’Europa, per tenere il ritmo del rientro del debito. Galan se ne è accorto e i leghisti anche. Quel documento e le controproposte del centro sinistra rappresentano il perimetro dell’azione politica di tutti i soggetti in campo. Prima il Pd se ne accorge e meglio è.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO