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Impressioni dalla Direzione piemontese del Pd, aspettando l’assemblea regionale

Discussione molto dura e non semplice alla direzione Regionale del PD  del 28 aprile. Ha ragione  Bettini: vanno configurandosi, al di là delle emozioni, due posizioni politiche nette. Una pur con qualche sfumatura, delinea soglie del 33-34% per il Pd, che quindi deve legittimarsi e aspirare a tornare al Governo solo grazie ad alleanze fra loro molto eterogenee e interscambiabili (Udc, lega , Sinistra Arcobaleno).

La seconda, quella che investe su possibilità di crescita del Pd in collegamento con l’evoluzione sociale italiana e certo non esclude, ma come derivata e subordinata, la possibilità di definire una politica dlele possibili alleanze. Quello che non funzionerà è il tentativo di mediare fra queste due posizioni e di arrivare a soluzioni centriste provvisorie e instabili. In occasione della consultazione mi sono detta contraria alla riproposizione della Finocchiaro come capogruppo al Senato. L a stimo, naturalmente, ma la cosa mi sembrava  un continuismo reticente e imbarazzato. Non mi sono astenuta su Schifani e ho votato Emma Bonino, perché ritenevo che il Pd dovesse lavorare su un nome su cui convergere unitariamente come opposizione.  Passando alla discussione piemontese.

La relazione di Morgando mi pare si attesti su una posizione abbastanza lontana dalla mia. Chiamparino ha proposto di riaprire il confronto oltre  gli schemi dle 14 ottobre, ma se volessimo essere sinceri dovremmo concludere che a livello a livello di quadri intermedi la posizione di Veltroni è oggi non in maggioranza, usando come punto di osservazione il Piemonte. Per dare un giudizio aspetto l’assemblea regionale del 10 maggio.

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MAGDA NEGRI

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