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In aula – In memoria di Adele Faccio – 13 febbraio 2007

By 14/02/2007Maggio 27th, 2024Politica

In memoria dell'onorevole Adele Faccio, ho chiesto in aula al Presidente del Senato di poter ricordare questa straordinaria  figura umana e politica, protagonista del suo tempo

Signor Presidente, Adele Faccio ci ha lasciati a ottantasei anni. Il pensiero di chi l'ha conosciuta o di chi ha solo saputo della sua eccezionale biografia, alla quale in questi giorni hanno reso omaggio le forze politiche e lo stesso Presidente della Repubblica, corre a quegli anni, all'inizio degli anni Settanta quando lei, donna già matura, fu testimone del suo tempo e illustre e coraggiosa protagonista della battaglia per i diritti civili degli ultimi, dei carcerati e, in prima linea, delle donne, per il divorzio e per ottenere la legalizzazione dell'aborto, dell'interruzione volontaria della gravidanza. Adele Faccio apparteneva ad un'illustre genealogia femminile. Nipote di Sibilla Aleramo, partigiana combattente nelle sue martoriate terre di confine contro il nazifascismo, studiosa e letterata.
Io la conobbi – lo ricordo, anche se allora ero giovanissima – nel movimento femminista di Torino. Appartenevamo a pensieri e culture diverse, quando lei a Torino, insieme ad Adelaide Aglietta, fondò il Movimento di liberazione della donna. A Firenze fondò il CISA, mentre nelle grandi città italiane, specialmente quelle del Nord, si affermava la lotta per i consultori autogestiti. Da quella fase di battaglie, da quelle lotte aspre ed anti-istituzionali che lei nobilitò con la sua intransigenza, sino alla disobbedienza civile estrema e all'arresto, noi ora ci sentiamo abbastanza lontani, perché venne un'altra stagione più istituzionale, quando le grandi correnti di massa e le grandi forze popolari riuscirono a portare a legalità, a legislazione, a produrre buone leggi sul divorzio, sull'aborto, difendendolo con il referendum del 1981. Questa stagione istituzionale, più solida, più di massa, che ha dato al Paese leggi buone ed equilibrate, porta però nella sua genesi, nel suo farsi, nel suo atto di nascita, anche il ricordo di quelle lotte solitarie estreme che Adele Faccio, insieme ai suoi compagni radicali e a molte donne, combatté. Ricordo agli ambientalisti che Adele fu anche fondatrice deiVerdi Arcobaleno e che nell'VIII legislatura si fece propugnatrice di molte leggi sui limiti dello sviluppo, sullo sviluppo sostenibile e sui nuovi problemi ambientali. Voglio quindi associarmi all'invito che il quotidiano «Il Riformista» rivolge in questi giorni, sotto il bellissimo titolo "È morta una donna libera", laddove si propone che non solo i suoi compagni radicali, ma tutti gli ambientalisti e tutto il mondo della politica si diano da fare in suo ricordo con qualcosa di concreto, che trasmetta la sua cultura e i suoi insegnamenti, soprattutto ai più giovani".

 

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MAGDA NEGRI

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