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In onore di Roberto Ruffilli e non solo

By 17/04/2018Attualità
30 anni fa le brigate rosse seguirono fino a casa e uccisero a sangue freddo il costituzionalista della sinistra demo cristiana Ruffilli, reo di aver proposto innovative riforme del sistema istituzionale italiano.
A Forlì, sua città natale, ci fu una grande manifestazione di sdegno e di cooperazione per denunciare le modalità del delitto.
Io ero in consiglio provinciale e fui incaricate dal capogruppo Marchiaro di ricordarlo.
Opinioni discordi nel gruppo sulla qualità del mio intervento.
Ieri Mattrella e Cacciari hanno ricordato il pensiero di Ruffilli con parole mirabili. Chi voglia ascoltarle troverà tutto sulla diretta di Radio radicale di ieri.
Illuminante il confronto di Cacciari sulla concezione della cittadinanza in Ruffilli, derivante dal diritto latino del civis – che è persona che interagisce con la comunità – concezione storica e personalistica insieme..e la concezione della cittadinanza del costituzionalismo tedesco: un popolo “volk”, un sangue, uno stato.
Ovvi i rimandi al presente.
Ruffilli cadde sotto il piombo delle Brigate Rosse perché riformista sul terreno istituzionale.
I giuristi del lavoro Tarantelli, Biagi, D’Antona furono assassinati perché osarono proporre riforme anche controverse sul mercato del lavoro.
Ricordarlo a noi stessi e specialmente alle nuove generazioni.
Di riformismo – quello vero – in Italia si è potuto morire.
 
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MAGDA NEGRI

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