Forse oggi apriranno il varco verso l’Egitto per far entrare i primi e pochi camion con gli aiuti.
L’Egitto teme fughe dei profughi e Israele teme l’ingresso di terroristi.
Forse l’intervento di terra su Gaza che i giornali adesso all’alba danno per deciso e programmato in 3 fasi ritarderà.
Ma certo accadrà perché Israele non può sedersi al tavolo di nessuna trattativa senza avere almeno in parte decapitato Hamas.
Sarebbe letto come dichiarazione di impotenza, cui seguirebbero nuovi attentati..
Intanto si bombardano chiese ed ospedali a Gaza, talvolta con fuoco amico.
Per questo.. per tutto questo è importante seguire le riflessioni e l’autocritica del gen. Petreus sulla guerra in Irak, confermate anche da Biden.
Se non si pensa al dopo, a una soluzione politica possibile, la guerra divampa su scenari sempre più grandi e si autoalimenta verso esiti tragici.
Per questo dobbiamo in queste ore guardare con lucido pragmatismo al vertice de Il Cairo fra leader arabi ed europei.
Gli accordi di Abramo, negoziati dal genero di Trump che cancellavano la questione palestinese sono alle nostre spalle.
Che sarà di Gaza?
La proposta americana è di trasformare la Striscia in un Protettorato da affidare alle Nazioni Unite, sul modello del Kossovo.
E la Cisgiordania?
Potrebbe nascere qui lo Stato palestinese?
E i coloni istigati dal governo estremista di destra a continuare illegali occupazioni?
Spero in un’azione concreta dell’America.. dell’Europa, che riallacci in parte le relazioni con il mondo arabo.
Ma prima dovremo vedere ancora una lunga scia di sangue.